sabato 29 marzo 2008

La mia intervista a Vittorio Sgarbi: "Tutte le donne mi vogliono"


Passato, presente e futuro di Vittorio Sgarbi. Il più famoso critico d'arte del nostro Paese si racconta senza veli in esclusiva al Giornale di Bergamo. E l'assessore alla cultura di Milano ne ha per tutti: dai preti che lo molestarono, alle donne che ogni giorno provano a sedurlo, dalla legge 194 ai Dico, dal divorzio all'amico Ferrara, da Casini alla Lega Nord, per finire con la Destra della coppia Santanchè-Storace. In principio però, non si può non parlare dell'ultima denuncia fatta dal Vittorione nazionale: i tentati abusi che in passato ha prontamente fermato. "Il primo episodio risale ai tempi del collegio. Il professore di latino e greco si avvicinò a me con quell'atteggiamento di chi vuole concludere qualcosa, ci siamo capiti" dice ridendo. Come andò? "Accostò la sua guancia alla mia e mi fece la sua proposta. Ovviamente, anche se ero ancora un bambino, capì al volo cosa cercava di concludere il prof, e prontamente lo respinsi e me ne andai". L'altro episodio? "Il secondo è invece successo nel 1970, in una chiesa della vostra città, a Bergamo. Avevo 18 anni e mentre guardavo un quadro, un prete che passava vicino a me mi diede una carezza. Inutile dire che cercava la mia disponibilità". Come rispose alla avance il giovane Sgarbi? "In modo abbastanza spiccio: lo mandai via, senza però essere maleducato. Sa, il prete aveva una certa età". Questi episodi influenzarono in qualche modo la sua crescita? "Assolutamente no. Da parte mia non ci fu nessun tipo di turbamento, di trauma. Anzi, - continua l'assessore di Milano - grazie a questi episodi sono diventato un eterosessuale ancora più convinto". Ma secondo lei come può succedere che un prete, per altro anziano, faccia simili proposte ai suoi fedeli? "Purtroppo nei seminari non c'è più rigidezza d'accesso e inspiegabilmente anche gente omosessuale riesce ad entrare a farvi parte. Chi di dovere dovrebbe effettuare controlli migliori ma sembra che non sia così. E inevitabilmente adesso c'è questo problema". Lei ha anche denunciato che molte donne, ogni giorno, cercano di avvicinarla in ogni modo. Tutte con lo stesso scopo: andare a letto con lei. "Si, è vero. Potremmo passare ore di fronte ai mille racconti di donne che mi vogliono". Ce ne racconti qualcuno. "Pensi che una donna, qualche anno fa, ha addirittura picchiato uno della mia scorta per avvicinarsi a me. Diceva che Dio, in sogno, le aveva detto che ero la sua metà e che dovevamo assolutamente sposarci. Una pazza. Un'altra donna alla quale avevo concesso un autografo, invece, mi aspettava per ore ed ore sotto casa. Alla fine ho dovuto far intervenire la polizia per mandarla via". Recentemente? "Negli ultimi tempi sono tampinato da una donna che arriva tutti i giorni da Monza e si attacca a me come fosse la mia ombra. Intralcia i miei discorsi e si mette in mezzo quando parlo con la gente. E' davvero ossessiva". E lei cosa pensa di queste donne pazze di lei? "Diciamo che provo molta compassione". Passiamo alla politica. Ci dice qualcosa della legge 194? "A mio parere la legge 194 non va assolutamente toccata. Deve restare così. Una donna cristiana non abortisce per scelta ma lo fa o per una violenza subita o per una gravidanza indesiderata. E' un po' come il divorzio. Io sono fermamente contrario ad entrambe le cose, ma ormai, dopo tanti anni, sono atti acquisiti dalla nostra società che non può più farne a meno". Sui Dico invece che ci dice? "Lei pensi che io sono contrario al matrimonio tra uomo e donna, immagini cosa potrei dire sui Dico...". Ci spieghi almeno questa sua riluttanza verso il matrimonio. "Oggi un cattolico che si sposa, sa già che in un futuro potrebbe divorziare. Secondo me la nullità del matrimonio sta proprio nel fatto che chi compie il grande passo può farlo con leggerezza, senza prendersi troppe responsabilità. Diciamo che divorziare oggi sembra diventata una routine, una tendenza da portare avanti. Prima invece, non passava neanche per la testa di uno sposato di lasciare la propria amata". E cosa pensa di Giuliano Ferrara e della sua scelta di correre da solo alle prossime elezioni? "Credo che Ferrara abbia perso letteralmente la testa. Il suo è fanatismo. Non si può portare avanti una simile causa. Neanche un cardinale lo farebbe. Penso che alle prossime elezioni farà una figuraccia. Sarà più che altro un danno alla propria immagine. E mi dispiace per Giuliano perché è un amico e come me difende la Chiesa". Come dimenticare il suo sfogo contro Cecchi Paone. "In quel frangente ho solo difeso la Chiesa. Cecchi Paone è libero di fare ciò che vuole,anche di mettersi con un uomo, ma perché pretende che di essere legittimato dalla Chiese che, giustamente, lo considera un peccatore? Fai quello che ti pare e non rompere i coglioni agli altri". Passiamo a Casini. Anche lui sembra che correrà per i fatti suoi. "Questa invece mi sembra una scelta più che intelligente. Si trova così nella possiilità di essere utile in futuro sia a destra che a sinistra". Ma non rischia, in questo modo, di fare la figura del venduto? "No. Direi che fa più la figura del furbo. Casini avrebbe potuto farsi le lezioni con Berlusconi e poi, una volta in parlamento, staccarsi ed andare con chi gli pareva. Invece, per correttezza verso gli altri, non l'ha fatto". Parliamo di Lega Nord. Ultimamente Borghezio ha invocato la seccessione della Padania, prendendo come esempio il Kosovo. "Purtroppo quella è gente con poca intelligenza, con una confusione mentale non indifferente. Come si può mischiare la storia della Padania - che tra l'altro non esiste - e quella del Kosovo? Quello che hanno loro è più un problema di carattere etnico e religioso, robe che da noi non ci sono. E poi non si può dividere ciò che si è unito con l'unità d'Italia. Le parole di Borghezio si possono definire scemenze". Passiamo allora ai saluti, ma l'attento Sgabi ci bacchetta. "Non mi ha chiesto della Destra". Prego, prego... "Secondo me, il partito della Santanchè, può essere la vera sorpresa delle prossime elezioni. Stando agli ultimi sondaggi ha raggiunto il 2% ma l'obiettivo 4% - conclude l'assessore - è meno lontano di quello che tutti potrebbero pensare".

Luca Bassi

A San Siro cercando un'impresa - L'Atalanta tenta di bissare la vittoria dello scorso gennaio

Bergamo - Milan-Atalanta solo due mesi dopo. Nel girone d’andata la partita si era infatti giocata due volte: come dimenticare la vergognosa domenica che ha infangato il tifo di Bergamo? La gara è iniziata in un clima surreale. Dalla curva atalantina, infatti, sono stati lanciati diversi fumogeni in campo che hanno costretto il fischietto di Mantova Saccani a interrompere per una manciata di secondi l'incontro. Quando poi la situazione è precipitata, Doni e Bellini si sono diretti verso i tifosi per cercare di riportarli alla calma. "Sospendente la partita" hanno invece continuato a urlare i supporter nerazzurri a gran voce, per protestare contro lo svolgimento della partita dopo l'uccisione di Gabriele Sandri, supporter laziale, sull'autostrada A1. Alla fine l'arbitro, dopo aver parlato con i vari protagonisti in campo, ha fatto rientrare negli spogliatoi tutti giocatori tra gli applausi della curva atalantina, che nel frattempo stavano sfondando un vetro di recinzione, e i fischi del resto dello stadio. Era l’11 novembre 2007. Il 23 gennaio 2008 la gara viene rigiocata a porte chiuse. Gioca meglio il Milan, che passa meritatamente in vantaggio con capitan Gattuso nel primo tempo. Poi Pato sbaglia un gol fatto e la gara si addormenta. I nerazzurri sfruttano però a meraviglia le uniche due occasioni e vincono la partita grazie ai gol di un ritrovato Langella e a Tissone.
La partita di domani vedrà di fronte un Milan alla rincorsa ormai disperata di un quarto posto lontano quattro punti e un’Atalanta alla ricerca di una golosa vittoria contro una delle big d’Italia. Gli uomini di Ancelotti, vista la brutta classifica, non possono più sbagliare un colpo: la Fiorentina dell’ex atalantino Prandelli non aspetterebbe altro per prendere il largo nella corsa alla Champions League. Dal canto suo, l’Atalanta di Del Neri, potrebbe andare a San Siro priva di motivazioni, con la salvezza quasi ipotecata e il sogno Uefa ormai già svanito da tempo. Un anno fa - era il 18 marzo 2007 - la capocciata di Ambrosini decise il match, e anche il quel caso il Milan era alla ricerca di punti-Champions e la squadra di Colantuono ormai appagata da un’ottima stagione.Per quanto concerne la formazione, appare certo il ritorno di Bellini dal 1’ al posto di Manfredini, che si accomoderà in panchina. Al centro della difesa l’inedita coppia argentina Talamonti-Pellegrino (l’Atalanta è vicina al riscatto del cartellino di Maxi). A destra giocherà Rivalta. Da centrocampo in su squadra confermata, con Guarente che appare in vantaggio su De Ascentis.

Luca Bassi

La "Camminata Nerazzurra" - Il 18 maggio: Verso un'edizione record. Lazzarini: "Grazie a sponsor e collaboratori"

Bergamo - Dopo il grande successo della passata edizione torna la Camminata Nerazzurra. L’iniziativa dello scorso anno ha visto al via ben 9.512 iscritti, che hanno contribuito a una donazione complessiva di 28.536 euro. Gli organizzatori puntano, con questa edizione, a stabilire un nuovo record. Due le novità assolute: la t-shirt, che quest’anno cambierà totalmente look e sarà metà azzurra e metà nera, e il concerto che chiuderà la manifestazione, con "Bepi & The Prismas", in programma domenica 18 maggio alle 21. Inoltre saranno numerose le iniziative previste per la "due giorni nerazzurra", come la sfilata delle finaliste alle selezioni provinciali di Miss Italia in programma per la serata di sabato 17 alle 21, le merende gratuite nei pomeriggi di sabato e domenica e la radiocronaca della partita Atalanta-Genoa dalle 15 di domenica.Nella mattinata di ieri, nella sala conferenze del Creberg, è stato presentato alla stampa il programma ufficiale della seconda edizione della Camminata Nerazzurra, organizzata anche quest’anno dal Club Amici dell’Atalanta e dall’Azzurro Events, ovviamente con la collaborazione e con il grande aiuto degli sponsor, capeggiati da Marino Lazzarini: «E’ sempre bello avere delle idee, ma molto spesso poi, al momento di metterle in atto, arriva il difficile. Quindi è inutile dire il nostro grande grazie a tutti gli sponsor e a tutti i collaboratori, in particolare al gruppo Radici che ci è stato vicino sin da subito, senza però dimenticare il grande appoggio che hanno dato tutti per la realizzazione di questa splendida manifestazione. Un altro grazie va a tutti i volontari che presteranno servizio gratuito per far sì che tutto vada nella maniera migliore».Uno dei tanti sponsor sarà proprio il Creberg, ieri rappresentato dal signor Rocchetti, responsabile delle relazioni esterne. «Questa camminata riesce a fondere nello stesso tempo i colori dell’Atalanta e i bergamaschi, che l’anno scorso hanno partecipato in ogni fascia di età. La nostra banca - continua Rocchetti - ha voluto esserci a tutti i costi, il nostro grazie va a chi ci ha coinvolti». Tra i presenti anche il vicepresidente della Provincia Bonaventura Grumelli Pedrocca: «Ricordo l’Atalanta dei miei tempi, e parlo di molti anni fa, quando ero giovane. Dobbiamo ritrovare quello spirito di sportività che c’era allora e questa iniziativa viene fatta per questo scopo. Seguirò l’evento da Città Alta e sono sicurò che sarà un bellissimo spettacolo».L’Assessore Comunale alle Politiche Sociali Elena Carnevali mette in evidenzia l’orgoglio bergamasco di fronte alla manifestazione: «La nostra città è orgogliosa di questo bellissimo e importantissimo evento. Ovviamente un grazie a tutti gli sponsor e al Club Amici dell’Atalanta». Il responsabile della comunicazione dell’Atalanta Sergio Carrara ricorda invece con emozione «la fantastica ondata nerazzurra che ha invaso la città in un clima di festa unico. Speriamo che anche questa edizione possa essere altrettanto fortunata. Purtroppo la camminata arriva in un momento delicato per la nostra società, ma cogliamo l’occasione per ringraziare ancora una volta tutti i nostri sponsor che da più di quarant’anni ci aiutano senza chiedere nulla in cambio».Presente anche il dottor Fabrizio Lazzarini della casa di riposo di via Gleno, alla quale andrà in beneficenza tutto il denaro ricavato. «L’aiuto che ci arriva da questa manifestazione è utilissimo. Il nostro centro è in una fase di rinnovamento completo. Stiamo infatti riqualificando vecchie strutture che ormai aiutano poco, per una spesa totale che sarà di mezzo milione di euro».Per chiudere la presentazione, non poteva mancare l’intervento di Elio Corbani, tra i fondatori storici del Club Amici Atalanta. «Quando si parla di camminate io sono sempre un po’ in imbarazzo perchè ormai c’entro poco - dice scherzosamente lo storico commentatore nerazzurro -. Posso però dire che l’anno scorso ho potuto assistere ad una manifestazione spettacolare, se ci ripenso mi dà ancora i brividi. La prima edizione è stata la manifestazione che ha avuto maggior successo in tutto il centenario. E grande merito va a Marino Lazzarini che ha saputo coinvolgere aziende e collaboratori di tutta la Bergamasca. Non possiamo però non ricordare il nostro amato presidente Ruggeri. Infine - conclude Corbani - speriamo che il buon Dio ci regali una splendida giornata di sole».
Luca Bassi

Vandali alla sede della Lega - La segretaria Marchesi: "E' un attacco politico, diamo fastidio"

Pedrengo - Tempo di elezioni e nuovi attacchi alle sedi della Lega Nord. Sabato mattina qualcuno ha tentato di scassinare gli uffici del Carroccio a Pedrengo. «A quanto pare è stato un attacco a sfondo politico, anzi oserei dire più un dispetto, visto che ha procurato solo una perdita di tempo a noi della sede ed ai Carabinieri di Seriate che hanno effettuato i vari accertamenti - racconta la segretaria della sede di Pedrengo Emanuela Marchesi - Alle 9 e 30 di sabato mattina mi sono recata, come al solito, nella sede ma ho avuto problemi ad aprire la porta principale che aveva dei chiari danni alla serratura. Dopo aver avvertito gli altri militanti ho chiamato i carabinieri di Seriate che hanno valutato i danni. Dopo di che abbiamo fatto la denuncia. «Forse gli ignoti che hanno provato a danneggiarci - continua la segretaria - hanno capito che in questo periodo, con le elezioni alle porte, siamo una delle sedi più attive. Colgo infatti l’occasione per evidenziare una delle tante iniziative che stiamo portando avanti: il corso di autodifesa. Le prime lezioni sono iniziate lo scorso gennaio, mentre ora sono state da poco aperte le iscrizioni per il secondo ciclo che inizierà nella seconda metà di marzo. Per informazioni gli interessati possono recarsi nella nostra sede il giovedì dalle 9 alle 11 e la domenica dalle 10 alle 12. Intanto possiamo dire che è un grande successo, infatti gli iscritti arrivano anche da altri paesi e non solo da Pedrengo. Noi della sede non possiamo far altro che ringraziare tutti per il grande entusiasmo». Torna sull’attacco alla sede di Pedrengo anche il segretario provinciale della Lega Nord Cristian Invernizzi: «Diciamo che c’è poco da commentare. E’stata la solita vigliaccheria di qualche cretino che non ha niente di meglio da fare. Forse ci temono davvero».


Luca Bassi

Il Sole delle Alpi in piazza - Il simbolo padano al centro di piazza Papa Giovanni XXIII a Cividate

Cividate al Piano - Sta per sorgere di nuovo il Sole delle Alpi. Questa volta toccherà a Cividate al Piano ospitare il famoso simbolo legato alla Lega Nord. Infatti, il sindaco Luciano Vescovi, sta per annunciare ai suoi cittadini l’imminente inizio dei lavori che porteranno il Sole delle Alpi al centro di piazza Papa Giovanni XXIII. «Il simbolo, che rappresenta la tradizione celtica padana, si trova anche in numerosi edifici. La notizia non è stata ancora comunicata ufficialmente agli abitanti di Cividate, ma non credo che susciterà grandi polemiche - racconta il primo cittadino -. Tengo però a sottolineare che non prenderemo neanche un centesimo dalle tasche dei cittadini. Infatti le spese saranno totalmente a carico di un privato che oltre a costruire una palazzina che ospiterà un’area commerciale, un ambulatorio medico ed un uffico postale, innalzerà ben sedici appartamenti nella zona. I lavori inizieranno prima dell’estate per terminare nella primavera del 2010, con le elezioni alle porte. Inoltre spero che un domani, quando in carica in questo comune potrebbe esserci qualcun’altro, magari con pensieri diverse, il Sole delle Alpi rimarrà al suo posto, perchè in ambito democratico ognuno deve rispettare le idee degli altri».
Un fatto analogo capitò nell’ormai lontano 1998 nella città di Lecco. Allora la carica di sindaco della città lombarda la ricopriva Lorenzo Bodega, ora parlamentare della Lega Nord: «Ricordo tutto ancora molto bene anche se ormai sono passati dieci anni. Il Sole delle Alpi fu inserito nel suolo della piazza antistante al comune e uno identico, ma un attimo più piccolo, fu messo in via Bovara, nel centro storico. Inoltre cambiammo il nome della piazza della stazione, che diventò piazza Lega Lombarda. L’opposizione - continua l’ex sindaco di Lecco - ci accusò di voler marcare il territorio con simboli del nostro partito ma la nostra risposta fu che il simbolo, che rappresenta il sole, fa parte della storia della Lombardia e non è paragonabile ad una falce e martello. I cittadini apprezzarono il tutto, tant’è vero che nel 2001 fui rieletto con il 60% e non a caso il simbolo, a distanza di dieci anni, c’è ancora».Il Sole delle Alpi è un antichissimo simbolo molto diffuso nelle aree celtiche e specialmente lungo l’arco alpino. Inizialmente chiamato "Rosa Camuna", perchè trovata per la prima volta nei graffiti rupestri, fu ribattezzato negli anni ’90, da alcuni intellettuali vicino alla Lega Nord appunto Sole delle Alpi.

Luca Bassi

Borghezio esalta il Kosovo: "Precedente importante per l'indipendenza della Padania"

Roma - Hanno l'effetto del sale su una ferita appena aperta le parole dell'europarlamentare della Lega Mario Borghezio sull'indipendenza del Kosovo. «E' una concreta applicazione in Europa del principio di autodeterminazione dei popoli, sancito dalla Carta dell'Onu», ha commentato l'esponente del Carroccio, aggiungendo che desta però «seria preoccupazione la creazione del primo Stato islamico in Europa, salutato già da tutta la stampa jihadista e la sorte della minoranza cristiana ortodossa serba». Tuttavia, ha sottolineato, «è e resta innegabilmente un precedente giuridico e politico, inutile negarlo, molto importante per chi, in Europa, dalla Corsica alle Fiandre, dalla Sardegna a Euskadi e alla nostra Padania, ora ancora Nazioni senza Stato, aspira all'indipendenza». Saltando a pie' pari tutti i distinguo sui quali ha insistito in questi giorni l'Unione Europea, avvertendo che il Kosovo non può in nessun modo rappresentare un modello per altre regioni, Borghezio ha evocato quell'effetto domino che sembra al momento essere una delle maggiori preoccupazioni delle diplomazie internazionali. Tra i primi a reagire alle sue parole, gli europarlamentari della Sinistra Arcobaleno Roberto Musacchio, Pasqualina Napoletano e Monica Frassoni. «Sono inquietanti e richiedono un immediato chiarimento da parte della forza politica di cui fa parte e di quelle a lui alleate», hanno denunciato in una nota i tre eurodeputati.
Riprendendo così il tema delle contrapposizioni interne al centrodestra già sollevato dal ministro degli Esteri Massimo D'Alema. Il riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo «ha diviso il centrodestra», non il Partito democratico, che è "unito", ha sottolineato l'esponente del Pd parlando davanti alle Commissioni Esteri di Camera e Senato per illustrare la posizione del governo sulla questione. Il riconoscimento del Kosovo «ha diviso il centrodestra - ha affermato il titolare della Farnesina - perché quelli che vorrebbero governare insieme l'Italia, e cioè Lega e Forza Italia, si sono divisi su una questione cruciale di politica estera». Invece "il Pd è unito", ha osservato D'Alema, che, a chi gli ha fatto notare la posizione diversa della Sinistra Arcobaleno, ha replicato: «Infatti noi ci candidiamo da soli a governare l'Italia a differenza di Berlusconi, che si candida con quelli che non condividono le scelte fondamentali della politica estera del Paese». La Lega ha infatti chiesto un dibattito in aula prima del riconoscimento da parte del governo italiano dell'indipendenza del Kosovo. Una questione, «che ha conseguenze rilevanti per l'Italia» ha detto Roberto Maroni. An e Forza Italia si sono invece opposte all'ipotesi del dibattito.

Luca Bassi

Stagione della pesca al via tra polemiche - Allarme del WWF. "In pessimo stato le acque dei fiumi in Bergamasca"

Bergamo - A Bergamo apre la pesca, ma a fare notizia sono le cattive condizioni dell’acqua dei torrenti orobici. E a finire sotto tiro sono i comuni che non attuano un buon controllo sui depuratori delle proprie industrie. A lanciare l’allarme, oltre ai pescatori inviperiti dalla situazione, è il commissario regionale del Wwf, Paola Brambilla. «I pescatori sono i nostri migliori alleati per poter sapere la qualità dei corsi. E le loro lamentele non arrivano a caso. Infatti le acque dei fiumi bergamaschi sono in uno stato pessimo. Cinque anni fa - continua la presidente Brambilla - siamo partita da una situazione disastrosa, tanto che la provincia ha avviato un progetto chiamato "Progetto Tavolo" per mettere chi di dovere di fronte al grave problema. Le varie discussioni hanno così portato ad un miglioramento, ma il problema è stato tutt'altro che risolto. L'acqua non è in buone condizioni e questo è un dato di fatto, che nessuno può cambiare, e tra l'altro, in alcuni periodi dell'anno, quando con il caldo diminuisce, il suo degrado aumenta notevolmente». E il commissario regionale non ha dubbi sui responsabili del degrado: «E' chiaro che la colpa è di chi non esegue i controlli come deve. E sto chiaramente parlando dei comuni che non tengono sotto controllo le acque scaricate dalle fabbriche dei loro paesi che finiscono poi nei fiumi. Infatti i depuratori, che non vanno messi sotto accusa per il loro funzionamento, fanno quello che possono, e se le acque sono troppo inquinate passano il controllo come se niente fosse. Ovviamente - denuncia Paola Brambilla - con un minimo di controllo questo non dovrebbe succedere. E la colpa è tutta dei comuni che sottovalutano il problema. A livello amministrativo qualcosa è stato fatto ma serve più responsabilità da chi deve fare i controlli». Infine chiude polemicamente: «Guardiamo tutti con disprezzo la situazione di Napoli, ma da noi i problemi non mancano di certo». Mentre la stagione si è appena aperta, segnaliamo tra le novità la riduzione del numero dei temoli catturabili, che scende da due a uno. Nel calendario resta in vigore il divieto di pesca per barbo canino, lasca e scozzone, tre specie tutelate dalla regione Lombardia perché a rischio estinzione. Nel primo giorno di attività, domenica scorsa, il pescato è stato più che buono su tutto il territorio. Il corpo della polizia provinciali ha predisposto numerosi servizi di prevenzione e controllo, operando sul territorio bergamasco con un totale di 15 pattuglie. Agli agenti si sono sommate alcune guardie volontarie della provincia e dell'associazione dei pescatori di Bergamo. Nel corso della giornata di domenica sono stati effettuati un totale di 771 controlli e accertati 23 illeciti amministrativi. Nel corso delle operazioni di controllo, sono stati eseguiti 7 sequestri di fauna ittica e 4 sequestri di mezzi di pesca.

Luca Bassi

Il dolore del cugino del pensionato ucciso dai liquami: "Uno shock trovare Ezio morto"

Fontanella - «Ezio ha perso la vita mentre aiutava la mia azienda d’allevamento. Aveva un animo buono e una mano sempre tesa per gli altri». Così Giancarlo Rossi, proprietario dell’azienda di allevamento di suini "Rossi" di Fontanella, nella quale Ezio Alberti ha perso la vita lunedì scorso soffocato dai liquami, ha voluto ricordare il cugino da poco scomparso. Visibilmente commosso, ha raccontato gli attimi di angoscia che hanno portato alla macabra scoperta della morte dell’uomo: «Insospettiti dalla sua mancata risalita dal pozzo, io e mio fratello siamo andati ad accertarci della situazione, senza neanche immaginare quello che avremmo poi scoperto. Abbiamo trovato la botola aperta e piena di liquame, e subito abbiamo capito che la tragedia si era ormai consumata. Abbiamo immediatamente avvertito i carabinieri - continua il proprietario dell’azienda - che sono intervenuti in pochi minuti, ma per mio cugino non c’era ormai più niente da fare». Subito il suo pensiero corre verso l’animo buono di Ezio, che dopo una vita di lavoro si stava godendo la pensione e al tempo stesso lo aiutava: «Era una bravissima e buonissima persona che si stava godendo la vita. Pensionato da tre anni, spesso e volentieri mi aiutava nell’allevamento qui a Fontanella, dove purtroppo lunedì ha perso la vita. E’ morto aiutando la mia azienda. Infatti, mio cugino, che ha da sempre avuto la passione per la cascina, amava trascorrere il tempo libero qui, dandomi una grossa mano nel tanto lavoro che avevo».Ezio Alberti era nato cinquantasette anni fa in una cascina di Torre Pallavicina e proprio lì era cresciuto, lavorando per oltre trent’anni tra campi e stalla. Aveva poi scelto di fare l’operaio per la ditta "Zincofer", officina metalmeccanica della vicina Gallignano, in provincia di Cremona. Poi, nel 2005, la tanto attesa e sospirata pensione che gli concedeva così tanto tempo libero che Ezio amava passare praticando i suoi hobby: caccia, orto e cascina. Il pensionato lascia nel dolore la moglie Virginia, i due figli della donna avuti dal precedente matrimonio, i fratelli Sergio, Giambattista, Riccardo e la sorella Rosanna.

Luca Bassi

I 20 anni dell'Atalanta Master - Festa e cena alla Saps di Lallio. Lazzarini: "Un pensiero per Ruggeri"

Lallio - Nella serata di sabato l’indistruttibile Atalanta Master ha festeggiato con giocatori, sponsor, familiari e amici i suoi primi vent’anni di vita. Come di consuetudine la cena è stata servita alla Saps di Lallio, il prestigioso laboratorio di alta cucina dell’Agnelli Pentole. E’ stata la serata di bomber Garlini, di Nicolini, di Consonni e Carminati. Di Pavesi, Soldà e Magnocavallo. Durante la cerimonia sono stati anche premiati gli sponsor che, grazie ai loro immancabili finanziamenti, portano avanti anno dopo anno il grande gruppo degli ex nerazzurri. Un riconoscimento è toccato ovviamente a Marino Lazzarini: «Da vent’anni tutti questi "ragazzi" giocano per l’Atalanta Master nonostante acciacchi e impegni. Infatti l’età si fa sentire, visto che la maggior parte di loro ha ormai superato i 50, e inoltre tutti sono impegnati nel loro lavoro. Ma nonostante tutto ci sono sempre e grazie a loro riusciamo ogni anno a organizzare splendide partite di beneficenza per la gente bisognosa. Tra l’altro - continua Marino Lazzarini - va sottolineato che questi ex campioni giocano solo per divertimento e per passione e nessuno di loro prende soldi per partecipare all nostre iniziative. Possiamo dunque dire che in tutti questi anni siamo riusciti a costruire un grande gruppo che prima di pensare al campo pensa all’amicizia. E nel calcio del giorno d’oggi questo esempio di umiltà andrebbe evidenziato, visto che i calciatori che calcano i campi di serie A oggi non danno proprio l’idea di poter fare quello che fanno tutte queste splendide persone quando smetteranno di giocare». Anche Giorgio Magnocavallo, storico capitano dell’Atalanta protagonista dell’avventura europea, ha voluto dire la sua: «Quello che abbiamo costruito in questi vent’anni è un grandissimo gruppo che andrà lontano. Ogni anno le nostre iniziative fanno del bene ha chi è più sfortunato di noi». Tra un piatto di risotto e una fetta di arrosto, è intervenuto anche Baldassare Agnelli, altro importante sponsor: «Anche io non posso far altro che ringraziare tutti questi "ragazzotti" che ogni anno partecipano alle speciali iniziative che l’Atalanta Master organizza in favore dei più bisognosi». Infine, Lazzarini, ha voluto portare il pensiero al presidente dell’Atalanta Ruggeri: «C’è chi l’ha contestato e lo contesta ma i più gli vogliono bene e sono con lui. In questi giorni ho avuto la possibilità di fargli visita. Tutti noi non possiamo far altro che pregare e sperare che Ivan si rimetta, perché l’Atalanta ha bisogno di lui».



Luca Bassi

La Dea cala il poker d'assi - Dopo due battute a vuoto, l'Atalanta regala un altro pomeriggio di gloria


Primo tempo
8': Antonimi crossa per Vannucchi che di testa mette alto sopra la traversa.
9': Empoli pericoloso. Saudati si invola sulla sinistra ma il suo insidioso cross viene messo in corner da Rivalta, che anticipa Vannucchi.
15': punizione di Guarente dai 30 metri, l'ex Verona cerca Talamonti che manca d'un soffio l'appuntamento col gol.
19': Atalanta in vantaggio. Cross di Belleri dalla destra, Piccolo si addormenta a centro area, ne approfitta lo scaltro Langella che di testa batte l'incolpevole Bassi.
21': l'Empoli, appesa passato in svantaggio, non sta a guardare. Vannucchi trova Giovinco tutto solo sulla parte sinistra dell'area nerazzurra, ma il tiro-cross del fantasista scuola Juventus si spegne sul fondo.
22': ancora Empoli. Giovinco crossa per l'accorrente Buscè che trova un destro forte ma poco angolato ben parato dall'attento Coppola.
26': Tissone per Floccari, sponda dell'attaccante di Vibo Valentia per Doni che a tu per tu con Bassi di destro non sbaglia e sigla il gol del raddoppio nerazzurro.
30': Malesani prova a cambiare. Fuori il disastroso Piccolo, dentro Abate che proverà a mettere in difficoltà Manfredini con la sua velocità.
33': dai 30 metri ci prova Marchisio con il sinistro ma Coppola è sulla trattori e para con tranquillità.
35': primo giallo del match pe Talamonti, colpevole di aver fermato con le maniere forti Saudati.
38': Pratali perde la testa. In segno di protesta verso l'arbitro, che non gli ha appena fischiato un fallo, si toglie la maglia. Verrà giustamente ammonito.

Secondo tempo
3': cartellino giallo per il rude Manfredini che ha steso Abate. Diffidato, salterà la trasferta di Cagliari.
4': corner di Vannucchi, Budel calcia al volo di sinistro trovando anche la deviazione maligna di Manfredini ma è attento Coppola che con un riflesso felino devia in angolo.
8': bella azione dell'Atalanta con Tissone che trova in profondità Ferriera Pinto ma il tiro-cross del brasiliano ex Cesena viene parato in due tempi da Bassi.
9': furoi uno stanco Langella, che ha dato tutto, dentro Padoin, che sarà uno dei grandi protagonisti del finale di partita.
14': Doni lancia centralmente Guarente ma la girata di testa del biondo centrocampista di Del Neri viene parata da Bassi senza troppi problemi.
17': cambio per l'Atalanta. Fuori un ottimo Guarente, al suo posto De Ascentis.
30': altro cambio per Del Neri. Fuori l'acciaccato Talamonti, dentro Capelli.
32': splendida invenzione di Floccari che riesce a smarcare Padoin davanti a Bassi, l'esterno ex Vicenza salta anche il portiere avversario e deposita in rete il gol del 3 a 0. Per Padoin è la prima soddisfazione personale nella massima serie.
37': doppio cambio per i toscani. Fuori Marchisio e Giovinco, dentro Moro e Tosto.
38': Vannucchi per l'orgoglio dell'Empoli. La difesa dell'Atalanta si addormenta su un facile pallone vagante che il fantasista di Malsani controlla di destro e gira in rete di sinistro per il 3 a 1.
39': ancora emozioni al Comunale di Bergamo. L'instancabile Ferriera Pinto si invola per l'ennesima volta sulla destra, crossa al centro dove non ci arriva per un niente Floccari. Sul secondo palo è appostato tutto solo Padoin che destro realizza la quarta rete dei bergamaschi.
41': mischia nell'area dell'Atalanta. Saudati non riesce a battere a rete, salva tutto l'onnipresente Tissone.


Luca Bassi

A Lovere il nuovo Padre Pio - Stimmate ai piedi e guarigioni. Ecco la storia di Frà Pietro Resta

Bergamo - Non solo Padre Pio. La nostra provincia conosce infatti altre figure che in futuro sembrano destinate a prendere il posto del frate cappuccino in quanto a notorietà e miracoli. Gli attenti lettori della nostra rubrica dedicata a ciò che la scienza non sa spiegare, conosceranno già il famoso fra’ Elia Cataldo. Già postino a Bergamo, non ha mai pronunciato i voti, anche se nella nostra provincia ha frequentato per anni il convento ed ora indossa il saio e i sandali stile San Francesco. Ha acquistato notorietà negli ultimi tempi per le sue stimmate - che la Curia si è subito affrettata a definire ferite, per ora - e soprattutto per i suoi poteri guaritori. Infatti, sembra che ogni giorno tantissima gente si metta in coda, già dalle prime ore del mattino, nella speranza che il tanto venerato frà Elia li riceva. Addirittura pare che anche vip come Cesare Prandelli e Francesco Totti abbiano frequentato il frate nel suo convento di Calvi, piccolo paesino dell’Umbria. Secondo quanto testimoniato dalla portavoce del convento, la signora Fiorella Turotti, «durante la Pasqua, fra’ Elia, vive la passione, la morte e la rinascita nella sequenza esatta del Signore. Il mercoledì notte si forma la corona di spine, poi arrivano la lacrimazione di sangue, i segni della fustigazione sulla schiena, gli ematomi, fino al venerdì che è una maschera di sangue vera e propria. Infine, la domenica, arriva la rinascita. In questo periodo sta a letto ed è pure seguito da medici». La chiesa però è prudente. Ed ovviamente non mancano gli scettici. C’è chi dice che nessuno ha mai assistito alla "passione" di frà Elia, che pare allontani tutti al momento cruciale.
PADRE PIETRO - La Bergamasca ospita anche padre Pietro Resta. Per essere più precisi il frate alloggia nel convento dei frati cappuccini di Lovere, paese già protagonista della nostra rubrica miracoli grazie a Giulia, guarita da una grave psoriasi grazie all’intermediazione di Leonia Gatti, ex barista del paese, ora in contatto con la Madonna. Padre Pietro Resta è un altro frate con le stimmate. Le piaghe di quest’ultimo però sembra tormentino solo i piedi del cappuccino. Più medici hanno inutilmente tentato di guarire le sue profonde ferite. Il frate, già esorcista ufficiale della provincia di Crema, pare che ogni giorno riceva nel suo studio tantissimi fedeli che si recano da lui nella speranza di essere aiutati. Ma non ha mai voluto fare del suo dono un mezzo per acquisire notorietà, tanto che ha più volte rifiutato interviste per la nostra rubrica riservata ai miracoli.
Luca Bassi

Aperta la tomba a San Giovanni Rotondo. Il vescovo: "Il mento è perfetto"

San Giovanni Rotondo - In gran segreto, nella notte di domenica, è stato riesumato il corpo di Padre Pio. Nel lontano 26 settembre del 1968, intorno alle dieci di sera, fu sigillata la tomba di marmo nero sulla quale, negli ultimi quarant’anni, centinaia di migliaia di fedeli hanno pregato. La lunga e laboriosa procedura è iniziata, nel più stretto riserbo, nella tarda serata di domenica. I presenti, costretti a conservare il segreto sotto giuramento, sono usciti dalla sala dopo la mezzanotte. Per ora, i resti del santo del Gargano, sono sistemati in una saletta attigua alla cripta in attesa di essere "trattati" per permetterne la conservazione. I moltissimi fedeli però, per vedere i resti del loro amato Padre Pio, dovranno attendere il prossimo 24 aprile, quando il cardinale Josè Saraiva Martins, Prefetto delle cause dei santi, benedirà l’urna contenente le sue spoglie.
Tutto è cominciato poco dopo le 22, dopo che all’esterno del convento si era conclusa una fiaccolata in sostegno dell’arcivescovo di Manfredonia Domenico D’Ambrosio, che giovedì prossimo sarà trascinato in tribunale dall’associazione "Pro Padre Pio" che si oppone alla riesumazione e vuole ottenere un provvedimento d’urgenza per fermarla. Provvedimento ormai inutile, visto che la riesumazione è avvenuta. In presenza dello stesso arcivescovo, di fra’ Francesco Colacelli, presidente della commissione incaricata dell’esumazione, delle autorità cappuccine e degli otto pronipoti di Padre Pio, le spoglie del frate con le stimmate venerato da milioni di persone in tutto il mondo sono state riportate alla luce. Non era mai stato fatto, neanche in occasione della beatificazione (1999) e della canonizzazione (2002). Viene fatto ora per la prima volta, a quarant’anni dalla morte e a novanta dalla comparsa delle stimmate. Prima dell’esumazione, si è tenuta una veglia di preghiera, un atto liturgico, guidato dallo stesso arcivescovo D’Ambrosio. Poi è stato aperto il sepolcro (non è vero che l’operazione fosse già stata eseguita in precedenza). È stata estratta e aperta la bara, il cui coperchio di acciaio porta in alto un Crocifisso di acciaio e bronzo, e in basso una scritta, sempre in acciaio e bronzo, con la dicitura «Francesco Forgione – nato a Pietrelcina 25-5-1887 – morto a San Giovanni Rotondo 23-9-1968». Come sempre, anche in questo caso, quando c’è di mezzo Padre Pio si grida al miracolo. «Incredibilmente la salma è ancora conservata bene», ha detto il vescovo di San Giovanni Rotondo-Manfredonia-Vieste, monsignor Domenico D'Ambrosio. «Sin dall'inizio - ha riferito - si vedeva chiaramente la barba. La parte superiore del viso è in parte scheletrita, il mento è perfetto, il resto del corpo è conservato bene. Si vedono benissimo le ginocchia, le mani, i mezzi guanti, le unghie. Se padre Pio mi permette, è come se fosse passato in manicure».

Luca Bassi

Casa chiusa di via Daste e Spalenga - Le testimonianze dei condomini: "Si sentivano urla di piacere"


Bergamo - Macchine di lusso, rolex e abiti firmati. Nella «casa chiusa» di via Daste e Spalenga non si facevano mancare neanche i clienti di lusso. Ricchi o meno, tutti sempre e puntualmente rumorosissimi nel corso dell’appuntamento. Ma gli abitanti del condominio dove sono scattati i sigilli non hanno voluto restare in silenzio. Infatti, lo scorso luglio, dopo aver raccolto le firme delle famiglie con l’aiuto dell’amministratore, hanno denunciato il tutto ai carabinieri di Bergamo, come ci ha raccontato un abitante del condominio, che ha preferito restare nell’anonimato: «Era un vero e proprio schifo. Gente che, ad ogni ora della giornata, arrivava nel nostro condominio per un unico scopo, che tutti ben conosciamo» racconta un inquilino del "palazzo del sesso". Ma la gente disturbava?
«Certo e non poco. Pensi che mio figlio, che ha la camera da letto adiacente all’abitazione incriminata, passava spesso notti in bianco per i continui rumori e per i tanti versi che arrivavano dall’altra parte del muro. Inoltre - continua il condomino - è capitato più di una volta che qualche cliente, sbagliando porta, suonasse alla mia, svegliando la mia famiglia in piena notte». Ha mai visto gente nota nel via-vai quotidiano? «Io personalmente non ho mai visto nessuna faccia conosciuta, ma può tranquillamente darsi che qualche cliente fosse un personaggio conosciuto. Sicuramente, e questo lo dico con sicurezza, nel nostro condominio è passata tanta "gente per bene", perchè molto spesso nel parcheggio si trovavano macchine di lusso, costosissime». I condomini hanno anche cercato di aiutare i carabinieri nell’inchiesta: «Più di una volta abbiamo fotografato le targhe dei clienti, per dare una mano ai carabinieri ma soprattutto per far sì che questa sporca vicenda finisse al più presto. Sa, non ne potevamo proprio più». Martedì, nella tarda serata, il blitz dei carabinieri di Bergamo, che ha posto così fine alle sofferenze dei condomini. «Io stavo tornando dal lavoro, ho visto le auto con i lampeggianti e subito ho capito. L’indagine è stata piuttosto lunga, ma per fortuna adesso sembra tutto finito. Noi del condominio possiamo dunque tirare un bel sospiro di sollievo».

Luca Bassi

Le profezie del Papa Buono - Nel 1935 aveva previsto la guerra e la morte di Adolf Hitler


Sotto il Monte - Guerre, morti, pontificati. Ma anche apparizioni e fine del mondo. Ecco le sante profezie che il nostro amato Papa bergamasco fece nel lontano 1935, quando, ovviamente, tutto doveva ancora accadere. Inviato in terra turca, come delegato apostolico per risolvere una serie di problemi, l’allora vescovo di Bergamo Angelo Roncalli predisse molte cose che in quel momento neanche si potevano lontanamente pensare. Sicuramente, la profezia più preoccupante è quella che riguarda la fine del mondo: «Luce della luce e antica fiamma ogni speranza giunge alla sua riva. Esedra amica sciolti i tuoi capelli qualcuno cade, non lo raccogliere. E’ maschio il viso della femmina e unità non esiste se non dove il ghiaccio si alza e scende. Prometeo ha restituito il fuoco e l’uomo non osa più la sfida, circondato da ghiacci sempre più alti. E guarda il freddo, mentre il caldo è in alto, non è sole, è speranza. Qualcuno capirà, ma sarà troppo tardi». Con queste agghiaccianti parole, Giovanni XXIII, predice la fine della terra, dell’umanità. «Il ghiaccio si alza e scende». Questo importante passaggio è fin troppo chiaro. Come non pensare ad una calamità dovuta ad una alterazione nelle sfere glaciali? Alla possibilità che i ghiacci sotterrino le nostre terre? Cosa che deve far riflettere è che nel lontano 1935 il surriscaldamento del pianeta e, di conseguenza, lo scioglimento dei ghiacciai non passava per la testa proprio a nessuno. Inoltre, altra cosa che deve metterci in guardia, è che le profezie della prima metà del Novecento, Giovanni XXIII, le ha letteralmente azzeccate tutte. Noi ne abbiamo analizzate alcune. Inanzitutto predisse la sua elezione a Papa: «Sarà Padre l’inatteso, figlio dei campi e delle acque». Qualcuno si chiederà perchè inatteso. Semplice, Angelo Roncalli, al momento della nomina, non era assolutamente tra i favoriti. Predisse poi, con una crudezza da pelle d’oca, la fine dei suoi giorni: «Morirà allontanati i pastori». Non a caso, il tanto amato Papa, morì a metà esatta del Concilio, che chiuse in anticipo - allontanando i pastori - quando capì che gli restavano pochi giorni. Impressionanti anche le profezie che fece sulla seconda guerra mondiale, che sarebbe iniziata quattro anni dopo. «Danzica (cittadina polacca invasa dalla Germania nel settembre del 1939, ndr), ferita d’Europa, flagello del mondo. Dividere il mondo significa dividere e ferire, colpire. Marcia il figlio della bestia». Questa profezia, con ogni probabilità, era riferita alle diplomazie che, tentando di spartirsi il mondo con la forza, hanno portato alla grande guerra. Facile capire chi fosse il figlio della bestia, quell’Adolf Hitler che in quel periodo marciava sull’Europa. Angelo Roncalli predisse pure la morte del "figlio della bestia". «Europa, combatti e attendi, perchè sulla falsa croce l’usurpatore si crocifiggerà da solo. Solo allora sarà pace». Infatti Hitler si suicidò nel suo bunker il 30 aprile del 1945. Giovanni XXIII sapeva già anche come sarebbe andata a finire la guerra tra gli Stati Uniti e il Giappone. «Tu figlio di Lutero, non vedrai la fine della distruzione. E il tuo successore commetterà più crimini di te. La tua grande arma esploderà in Oriente, lasciando piaghe eterne». Chiarissimo ogni passaggio. Roosevelt, che qui il Papa ribattezza come un criminale, morirà prima della fine della guerrà. Sarà così. Il suo successore, Truman, chiuse poi la seconda guerra mondiale sganciando sul Giappone le due bombe atomiche che hanno lasciato al mondo piaghe eterne. Ce n’è anche per Mussolini: «La maschera sarà appesa per i piedi nella città dell’editto». La maschera - perchè secondo il Papa, Mussolini era la seconda faccia del re d’Italia - è stata infatti uccisa e appesa a testa in giù a Milano, la città dell’editto di Costantino I e Licinio. Inoltre «Il re non tornerà in Italia» scrisse sempre nel 1935. Il Papa già sapeva il risultato del referendum e della caduta della monarchia. Infine, non poteva di certo mancare la profezia sulle apparizioni della Madonna. «Povera apparirà la Vergine Maria ai semplici e non le crederanno. Al posto dei templi allora saranno tombe». Che Giovanni XXIII predisse le apparizioni di Ghiaie? Noi della Redazione Miracoli crediamo proprio di sì.


Luca Bassi

Bergamo capitale degli antiabortisti - Ai Riuniti salvati 1700 bimbi

Bergamo - Se Bergamo è la capitale degli antiabortisti lo si deve sicuramente al dottor Luigi Frigerio e al suo Centro di Aiuto alla Vita che, negli ospedali Riuniti di Bergamo, ha salvato 1.700 bambini dal 1980 ad oggi. Raggiunto telefonicamente, il primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia, commenta con soddisfazione gli ultimi dati. «In questa opera i meriti però non sono solo miei. Infatti non va dimenticato il grande lavoro che fanno anche i validi collaboratori e gli operatori volontari che sostengono la nostra causa dentro e fuori l’ospedale. Le mamme in difficoltà sanno che nel nostro centro possono trovare una valida assistenza per cercare di risolvere i loro problemi. Si pensi che nel nostro ospedale sono nati, nell’ultimo anno, oltre 4.200 bambini contro i 400 aborti praticati». Il dottore parla anche del ministro della salute Livia Turco che, di recente, ha chiesto ad ogni distretto ospedaliero almeno un dottore non obiettore, che possa di fatto operare l’interruzione della gravidanza. «A Bergamo abbiamo quattro medici non obiettori che praticano l’aborto secondo le norme, ma penso che comunque non si possa obbligare nessuno ad andare contro le proprie idee».
E la pillola del giorno dopo? Il ministro della salute chiede che possa essere distribuita in ogni pronto soccorso. «Anche in questo caso dovrebbe fare un po’ più di attenzione prima di dire certe cose. Il ministro Lidia Turco, che non è un dottore, dovrebbe informarsi un attimino. Infatti, la pillola che in tanti acclamano quasi fosse una bandiera ideologica, ha delle controindicazioni, a volte molto gravi. Inoltre - continua il dottor Luigi Frigerio - la sua efficacia non è del tutto scontata. Ritarda l’ovulazione se non si è ancora verificata, ma se essa è già avvenuta aiuta la gravidanza. Io non parlerei di un diritto alla pillola del giorno dopo. L’unico diritto che hanno i nostri pazienti è quello delle nostre cure. Bisogna invece stare attenti nel somministrare la pillola del giorno dopo, e posso dire che capisco i tanti dottori che non la vogliono prescrivere. Facciamo molta attenzione - conclude il primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia degli ospedali Riuniti di Bergamo - a non farne una bandiera ideologica, perchè non lo è affatto».


Luca Bassi