giovedì 22 maggio 2008

Manchester United - Chelsea : le pagelle

Manchester United

Van der Sar 7: regala la coppa ai suoi e un sorriso in più a Cristiano Ronaldo. Nei 120' di gioco non deve fare chissà che, ma mette in mostra un'uscita imbarazzante e una scivolata goffa in occasione del pareggio di Lampard. Quel rigore parato gli assicura comunque un posto in copertina.
Brown 6,5: controlla bene le sovrapposizioni tra Malouda e A. Cole ma soffre l'inserimento di Kalou. E' ottimo il cross per l'1 - 0 di Ronaldo. (20' sts Anderson 6: inserito in ottica rigori, realizza con freddezza il suo tiro dagli 11 metri)
R. Ferdinand 7: non sbaglia nulla. Insuperabile tanto nel gioco areo quanto in velocità. Colonna.
Vidic 5,5: quando vuole pungere, il Chelsea attacca dalle sue parti. Bravo nel gioco areo ma parecchio disattento.
Evra 6,5: sulla corsia di sinistra forma con Ronaldo un tandem esplosivo. Pericolosissimo in fase offensiva e ottimo in copertura.
Hargreaves 6: è una pedina fondamentale nel centrocampo di Ferguson. Gli sono mancati i suoi classici inserimenti a fari spenti che spaccano in due le difese. Glaciale dal dischetto.
Carrick 6,5: è il vero faro del centrocampo. Corre, imposta, spezza il gioco avversario, va vicino al gol e realizza il proprio rigore. Un giocatore completo.
Scholes 6: si spacca il naso in uno scontro di gioco con Makelele ma, da vero lottatore qual'è, resta in campo. Un troppo nervoso. (42' st Giggs 7: nella serata in cui diventa il primatista assoluto per numero di presenze con la maglia dello United alza anche la sua seconda Coppa Campioni. Sarebbe stato un sogno vedere entrare quel pallone al 10' del primo tempo supplementare. Leggenda.)
Tevez 6,5: è letteralmente una furia. Sembra caricato a molla. Corre e pressa per 120' e nonostante tutto ha ancora la freddezza per trasformare il rigore.
Rooney 5: non entra mai in partita. Certo i compagni non lo cercano molto ma da uno come lui ci si aspetta sempre la giocata decisiva. (11' pts Nani 6: aggiunge vivacità alla manovra offensiva dei suoi. Anche lui va a segno dal dischetto)
C. Ronaldo 7,5: è sicuramente l'uomo che ha acceso la partita. Apre le danze con un colpo di testa da centravanti e porta a spasso Essien per 120'. Rischia le caviglie in più di un'occasione. Deve ringraziare Van der Sar per avergli levato dalle spalle un peso che sarebbe stato insostenibile. Genio e sregolatezza.

Chelsea

Cech 7:
sono veramente straordinarie le parate su Tevez e Carrick nel primo tempo. Non può nulla sul colpo di testa di quel fenomeno con il numero 7 ma si rifà alla grande ipnotizzando il portoghese dal dischetto.
Essien 5,5: soffre terribilmente Ronaldo e non lo prende praticamente mai. Si fa vedere raramente in avanti anche se entra nell'azione del pareggio dei Blues.
Terry 6,5: per lui la serata era stata trionfale fino a quel maledetto rigore. Dalle sue parti non passa nessuno e quel salvataggio su Giggs è stato qualcosa di straordinario. Purtroppo per lui quella zolla lo ha tradito. Destino beffardo.
Cavalho 5: in partita lo si vede solo quando attenta alle caviglie di Cristiano Ronaldo.
A. Cole 6: spinge in continuazione ma trova poca fortuna. Segna dal dischetto.
Ballack 6: partita di alti e bassi dove se non altro ha il merito di dare una scossa ai suoi. Freddo dal dischetto ma non serve a nulla. Perde la seconda Champions della sua vita dopo quella con il Bayer Leverkusen.
Makelele 6: in mezzo al campo è un leone. Ingaggia un duello fisico e verbale con Scholes a cui non molla un centimetro di campo.(20' sts Belletti 6: calciare un rigore senza mai aver toccato palla durante la partita non è certo facile ma lui realizza senza problemi.)
Lampard 7: che fosse il trascinatore dei Blues non c'erano dubbi. Si carica la squadra sulle spalle nei momenti difficili e rimette in equilibrio il risultato con un gol da rapace dell'area di rigore. Va a un passo dalla doppietta. Segna con estrema tranquillità anche il rigore. Dedica scontata per la madre. Leader.
J. Cole 5: clamorosamente fuori dal gioco e dalla partita. Al 90' spreca l'unica occasione che si crea durante tutta la partita. Assente ingiustificato. (9' pts Anelka 5: oltre a non entrare mai nel gioco durante i supplementari calcia un rigore inguardabile.)
Drogba 5,5: prende un palo clamoroso ma è uno dei pochi acuti di una partita opaca. Si fa cacciare per un buffetto a Vidic. Ingenuo.
Malouda 5,5: si trova davanti un Brown in serata di grazia. Non riesce mai a sfondare. (3' pts Kalou 6,5: con il senno di poi forse meritava di partire titolare in questa partita. Non lo prendono mai. Gazzella.)

Samo

Champions League : Manchester United - Chelsea 1 - 1 (7 - 6 dcr)


Le lacrime di John Terry e le lacrime di Ronaldo. La disperazione del capitano dei Blues e la gioia del portoghese. Alla fine sull'unico trono disponibile ci è salito il Manchester United. I Red Devils se la sono vista molto brutta ma alla fine sono riusciti ad aggiornare la bacheca con la terza Champions della loro storia. Continua la maledizione United per il Chelsea: quest'anno i Blues si sono fatti soffiare dai rivali il Community Shield, la Premier e ora anche la Champions.
Una partita bloccata, come da tradizione, nel primo quarto d'ora. Poi sale in catedra Cristiano Ronaldo, probabilmente l'uomo più atteso: doppio passo che manda al bar Essien e cross in mezzo metro, appena alto per Hargreaves.
E' l'episodio che infiamma la partita: lo United preme, il Chelsea ci prova in contropiede.
Al 26' buona combinazione Brown-Scholes-Brown sull'out di destra e cross in mezzo del terzino che pesca il capoccione di Ronaldo. Stacco imperioso da centravanti purissimo e palla nell'angolino alla destra di Cech. 1 - 0.
Il Chelsea reagisce da grande squadra ma rischia grosso in contropiede. Solo uno strepitoso Cech tiene a galla i Blues prima sul colpo di testa in tuffo di Tevez e poi sul piazzato di Carrick dal limite dell'area.
Lo United vede la possibilità di chiudere il discorso già nel primo tempo e continua a spingere. Un cross insidiosissimo di Rooney dalla destra mette in difficoltà Makelele e Cech che non si intendono e lasciano sfilare il pallone. Alle loro spalle sbuca Tevez che va a un passo dal tap in.
Quando il primo tempo sembra scivolare via sull'1 - 0 il Chelsea trova la fiammata vincente: destro senza pretese di Essien che però viene deviato e favorisce Lampard. Il numero 8 in maglia Blues si trova a tu per tu con Van der Sar e non può fallire. E' 1 - 1.
Nella seconda frazione di gara il Chelsea prende le misure e mette un pò di pressione allo United. E' il solito Cristiano Ronaldo a tenere in apprensione la difesa avversaria: il portoghese sfodera un paio di numeri da stropicciarsi gli occhi e diventa (inevitabilmente) oggetto di una specie di caccia all'uomo.
Il Chelsea è nervoso ma sembra avere la possibilità di mandare ko il Manchester: Drogba colpisce un palo clamoroso al 33' dopo una giocata da fenomeno assoluto e in altre due occasioni va vicino al gol anticipando i difensori del Manchester. L'ultimo brivido dei tempi regolamentari arriva al 44', quando Joe Cole entra in area ma perde il tempo della conclusione.
Si va ai supplementari.
Il primo tempo supplementare inizia col botto. Al 4' Lampard centra la traversa dopo una gran girata di sinistro in area, al 10' Terry salva incredibilmente il sinistro a botta sicura e a porta vuota di Giggs.
Nel secondo tempo supplementare la stanchezza la fa da padrona. Giocatori nervosissimi, volano gialli a destra e a manca e un rosso per Drogba. Non succede praticamente nulla e si va ai calci di rigore.
Inizia lo United. Tevez, Ballack, Carrick e Belletti fanno tutti il proprio dovere. Tocca a Ronaldo: solita rincorsa lunga interrotta a metà, ma Cech resta immobile e lo ipnotizza. Segnano Lampard, Hargreaves, A. Cole e Nani. Per l'ultimo rigore si presenta sul dischetto il capitano dei Blues, John Terry. JT appoggia male il piede sinistro sul terreno di gioco e scivola prima di calciare: la palla spiazza Van der Sar ma si stampa sul palo. Il Manchester è salvo e si riparte con la lotteria. Segnano Anderson, Kalou e Giggs. Sul dischetto va Anelka. Van der Sar prima lo innervosice e poi gli respinge il rigore che manda in lacrime John Terry e porta il Manchester sul tetto d'Europa.

Samo

mercoledì 21 maggio 2008

Waiting for...Moscow 2008

I più sfortunati avevano iniziato il 17 Luglio con l'andata del primo turno preliminare. Al via erano in 76, ora ne sono rimaste solo 2. La Champions League 2007/2008 è ormai arrivata al capolinea. Sarà la prima finale tutta inglese nella storia della competizione e di fronte si trovano le due squadre che in questa stagione si sono giocate praticamente tutto, dal Communty Shield alla Premier. Ora la finale di Champions, l'obiettivo forse più prestigioso. Manchester United contro Chelsea, Ronaldo contro Drogba, Ferguson contro Grant. I Red Devils arrivano alla finale da imbattuti, 9 vittorie e 3 pareggi, e possono contare su Cristiano Ronaldo, che guida la classificica marcatori con 7 reti. Il Chelsea arriva alla finale con l'unico neo della sconfitta di Istanbul con il Fenerbahce. Nella stagione in cui hanno perso Josè Mourinho i Blues raggiungono la prima finale di Champions della loro storia.
Il teatro della sfida sarà lo stadio Luzhniki di Mosca che, per l'occasione, si è rifatto il look: tolto il tradizionale tappeto di erba sintetica, il campo di gioco è stato rizollato con erba naturale.
Attesi oltre 80 mila spettatori che provvederanno sicuramente a riscladare un clima che, alle 22 e 45 di Mosca, non sarà certo dei più caldi.
Lo United dovrebbe presentarsi con il solito modulo, un 4-3-3 mascherato da 4-5-1. Davanti a Van der Sar linea a 4 con Vidic e Ferdinand centrali, Brown e Evra sulle corsie. Centrocampo muscolare con Scholes, Carrick e Hargreaves supportati da Ronaldo e Tevez. In avanti Rooney.
Praticamente identico il modulo dei Blues: Cech tra i pali, Essien, nell'insolito ruolo di terzino destro, Carvalho, Terry e A. Cole in difesa; Ballack, Lampard e Makelele in mezzo; Joe Cole e Kalou un pò più avanzati a sostegno di Drogba.
Dopo il botta e risposta nelle conferenze stampa di ieri Ferguson e Grant si sono divisi attenzione e titoli sui giornali, ma stasera non c'è spazio per tutti e due.
C'è solo un posto a disposizione. Una sola coppa. Un solo trono: quello dove verrà incoronata la più forte d'Europa.

Samo

lunedì 19 maggio 2008

Le pagelle nerazzurre di Atalanta-Genoa - Standing ovation per Doni. Marconi, impegno premiato

Coppola 6: anche ieri è stato spesso insicuro nelle uscite. Per il resto poco lavoro per lui, visto che di tiri in porta genoani non ce ne sono stati.
Rivalta 7.5:
un vero e proprio muro. Dalle sue parti è infatti impossibile passare. Fantastico quando al 3’ della ripresa impedisce a Konko di realizzare un gol sicuro.
Capelli 6.5:
sicuro al centro della difesa. Il difensore di Grumello del Monte si è fatto anche trovare pronto in fase offensiva, con un paio di occasioni che ha cercato di sfruttare.
Pellegrino 6:
non è stato proprio impeccabile nel tempo che ha giocato (1’st Fissore 6: pasticcione con la palla tra i piedi, si è comunque reso protagonista di una prova positiva sulla fascia destra).

Ferreira Pinto 6:
non riesce ad incidere come dovrebbe, ma sulla destra si è sempre fatto trovare pronto quando chiamato in causa. Nel finale
si mangia un gol già fatto.
De Ascentis 7:
quello di ieri è stato un De Ascentis d’annata, protagonista della sua miglior prova con la maglia nerazzurra. Nella ripresa si è addirittura tolto lo sfizio di regalare allo spettacolo un passaggio di tacco. E’ stato lui ieri il Ronaldinho di Bergamo.
Guarente 6.5:
anche ieri il pisano ha cercato la via del gol in tutti i modi, ma la dea bendata non ha proprio voluto saperne di aiutarlo a trovare la sua prima soddisfazione in serie A. La su
a prova, come del resto la sua stagione, è stata comunque ottima. Speriamo sia coronata da un biglietto aereo per Pechino. Applauditissimo (31’st Tissone s.v.).
Padoin 6: l’abbiamo visto protagonista di prestazioni più belle e convincenti. Sulla sinistra si è reso comunque pericoloso in varie occasioni. Da incorniciare il grande gesto che l’ex Vicenza ha compiuto al 22’ della ripresa, quando lanciato a rete, si è fermato per permettere i soccorsi all’infortunato Konko. Di ragazzi così in campo ce ne vorrebbero ancora. Un esempio da seguire per tutti i bambini presenti al Comunale ieri.
Doni 6.5:
Milanetto, che avrebbe dovuto cercare di neautralizzarlo, non l’ha praticamente mai visto. Fantastica la punizione con cui ha sfiorato il gol. Del Neri gli ha poi regalato una meritatissima standing ovation (35’st Marconi 6.5: ecco qua il battesimo di quel giovane giocatore che sicuramente ha un futuro radioso di fronte a sè. Gol facile facile, frutto però di tanto impegno).

Floccari 7:
quella di ieri è stata la consacrazione di un vero e proprio grande giocatore, che sicuramente sarà uno dei pezzi grossi del prossimo calciomercato. Ventisette anni, una carriera ancora da scrivere - noi speriamo ancora a Bergamo - e tante soddisfazioni da togliersi. Il gol è da considerarsi un vero e prorio capolavoro, ovviamente da dividere con Tiberio Guarente, grande ispiratore.

Luca Bassi

Camminata bagnata e fortunata - Raccolti più di 33 mila euro, andranno tutti in beneficenza

Bergamo - Il maltempo ha provato a rovinare la festa tutta nerazzurra dei bergamaschi, ma non ci è riuscito. Infatti, nonostante la tanta pioggia caduta tra la giornata di sabato e domenica, ieri mattina, alla partenza della seconda edizione della «Camminata nerazzurra», si contavano quasi 3mila e 500 partecipanti che, chi pronto a sfidare il freddo e la pioggia e chi invece rigorosamente sotto l'ombrello, hanno comunque onorato l’evento. I coraggiosi "maratoneti", dopo il rituale del taglio del nastro fatto dal presidente del Club Amici dell’Atalanta Marino Lazzarini e dal sindaco Roberto Bruni intorno alle 8 e 45, hanno così potuto scegliere tra i tre percorsi preparati dai tanti volontari, che grazie al loro grande impegno hanno reso possibile lo svolgimento dell'evento: il primo tracciato di 6 chilometri, il secondo di 10 e il terzo, per i più esperti e avventurieri, di 17.Prima della partenza, davanti al nastro da tagliare, è stato esposto uno striscione dedicato al presidente dell'Atalanta, con la scritta «Forza Ruggeri». Se i partecipanti sono stati quasi 3mila e 500, erano invece molti di più gli iscritti: la maggior parte però, visto clima e tempo, ha deciso di rinunciare alla Camminata. Stando ai primi conteggi si parla di 8.210 iscrizioni - dal costo di 4 euro -, per una donazione alla casa di riposo per anziani di via Gleno di 32.840 euro. La passata edizione aveva visto al via un numero ben maggiore di partecipanti, che furono però accompagnati da una splendida giornata di sole. Allora la cifra ufficiale raccolta per la casa di riposo cittadina, fatta dai 9.512 iscritti che versarono 3 euro a testa, fu di 28.536 euro. Al termine della Camminata, quando tutti i partecipanti hanno varcato il traguardo ritirando la borsa con le vivande e il biglietto per la lotteria, sono stati premiati i 27 gruppi che hanno partecipato alla manifestazione sfidando le intemperie della piovosa mattinata: tra i primi il «Gruppo Autismo» e l’«Atletica Cologno». Soddisfazione nelle parole di uno dei promoter dell’evento, Marino Lazzarini: «Nonostante il cattivo tempo, sono tantissimi i bergamaschi presenti stamattina (ieri, ndr). Devo ammettere che hanno sorpreso pure me: non pensavo sarebbero stati così tanti a sfidare il freddo e la pioggia. Comunque va sottolineata la grande bontà dei nostri concittadini che, con le loro numerose offerte, hanno donato una grossa somma per la casa di riposo per anziani di via Gleno, cifra maggiore di quella dell'anno passato». Parole d’elogio per i bergamaschi presenti anche da parte della storica voce della Dea, Elio Corbani: «Un grande esempio di passione verso i colori nerazzurri».

Luca Bassi

Anniversario dell'apparizione - Diecimila fedeli alle Ghiaie di Bonate, lacrime alla prima del film

Ghiaie - Quando arrivi alle Ghiaie in una giornata come le altre, vieni accolto dalla pace e dalla serenità che regna nella piccola frazione di Bonate Sopra. Alla piccola cappella dedicata alla Madonna della Famiglia, apparsa ad Adelaide giusto 64 anni fa, si possono sempre trovare dei fedeli che pregano, ovviamente raccolti in un religioso silenzio. Martedì però non era una giornata come le altre. A Ghiaie di Bonate erano si attese tante persone, ma le circa diecimila, che di fatto hanno letteralmente invaso il paesino, non se le aspettavano in molti. La marea di gente arrivata alle Ghiaie la si può notare da subito: passando dalla superstrada che costeggia Bonate Sopra, non si può fare a meno di essere colpiti dalla fiume colorato di pellegrini.
Arrivati in paese, e dopo aver faticato non poco per trovare un posteggio per l’auto - visti i centinaia di veicoli già parcheggiati e i num
erosi pullman in sosta -, ci si incammina verso la cappella della Vergine. Circa mezzo chilometro prima della meta, passiamo di fianco a diverse bancarelle: c’è chi cerca di vendere le immancabili caramelle, chi cerca di vendere un buon gelato e ancora chi cerca di vendere addirittura un bel salame nostrano. Arriviamo così alla cappella dedicata alla Madonna delle Ghiaie mentre si sta recitando il santo Rosario. Migliaia di fedeli sono raccolti in preghiera: c’è chi è molto concentrato e chi piange, chi chiede una grazia e chi invece la Madonna la sta ringraziando, perchè un favore gliel’ha già regalato. L’emozione è tanta. E il piccolo negozietto posto dietro alla cappella fa affari d’oro. Al suo interno vengono infatti venduti, tra un Rosario e una statuetta, i libri che testimoniano le Apparizioni della Vergine alla piccola Adelaide. La gente si accalca, compra tutto quello che trova. Ed è un bene, i guadagni andranno alla Parrocchia che li userà a fin di bene. Poco importa che il parroco, Don Davide, della Madonna delle Ghiaie con noi non voglia parlare. Lo capiamo, il mistero di Adelaide Roncalli è terreno delicatissimo. A distanza di 64 anni, le apparizioni, ancora, non sono state riconosciute dalla Chiesa ufficiale. A vedere questo fiume di persone sembra impossibile. Ma è così.

Luca Bassi

"Non credo più nella gustizia" - Parla Fulvio Lazzaretti una delle presunte vittime dei 4 kosovari

Cologno al Serio - Rabbia, indignazione, ma anche quella paura che non ti lascia mai più quando qualcuno ti è entrato in casa nel cuore della notte. Lo sa bene la famiglia Lazzaretti, che il drammatico furto sfociato in sparatoria l’ha subito giusto un anno fa, il 29 aprile. A marito e moglie la vita è cambiata quella notte, quando alcuni malviventi hanno cercato di introdursi nella loro abitazione in via Salvo D’Acquisto al civido 2, a Cologno al Serio, dopo aver fatto razzia nella casa dei genitori al piano terra. La notizia della scarcerazione dei quattro kosovari accusati della rapina di Lonato (Brescia), avvenuta il giorno dopo quella subita dalla sua famiglia, sempre con banditi armati, sempre senza scrupoli e pronti a usare le armi pur di arraffare il bottino, riporta alla memoria di Fulvio Lazzaretti quei drammatici minuti: «Ricordo come se tutto fosse successo ieri. Prima si sono introdotti nell’abitazione dei miei genitori, al piano terra. Hanno rubato quello che hanno trovato e poi, non contenti, hanno cercato di salire in casa mia».
Fortunatamente, il signor Fulvio che sta dormendo, viene svegliato da dei ru
mori sospetti e in pochi secondi realizza ciò che sta accadendo: «Subito mi sono armato della mia pistola che tengo regolarmente e ho cominciato ad urlare, per intimorirli e spaventarli. Ma appena uscito sul balcone del soggiorno i malviventi hanno fatto fuoco su di me, per fortuna senza beccarmi».
Lei ha risposto al fuoco?
«Certo, senza pensarci due volte. Ma non ho colpito nessuno». Certo quella notte, via Salvo D’Acquisto si è trasformato in un piccolo far west, con un colpo di pistola che si è conficcato nel vetro della cucina del dirimpettaio. La vicenda ha lasciato dei segni indelebili sulla vita di Fulvio Lazzaretti e della sua famiglia. «Da quella notte la nostra vita è cambiata. Non avevo mai avuto antifurti, da allora ne ho fatti mettere addirittura tre, ma la paura è s
empre tanta. Al primo rumore mi sveglio e ripenso a quegli attimi. Inoltre devo spesso portare mia figlia dallo psicologo e la notte deve dormire nel letto con me e mia moglie, e nonostante tutto si sveglia molte volte per gli incubi che ancora ha. La piccola ha solo sei anni e da quella nottata è rimasta molto turbata».
Come commenta la notizia della scarcerazione dei quattro malviventi, anche se uno è tornato in cella, che potrebbero aver commesso la rapina anche nella sua villa, anche se non ci sono elementi a loro carico in questo senso?
«Credo ci sia poco da commentare. In Italia, purtroppo, è ormai difficile credere nella giustizia. C’è davvero tanta indignazione, soprattutto perchè quel magistrato che ha fatto scarcerare i malviventi, ha di fatto gettato al vento il lavoro delle forze dell’ordine che, con tanto impegno e professionalità, erano riuscite a prendere i criminali».

Luca Bassi

Già vecchie le nuove case Aler - Crepe nei muri, acqua negli appartamenti e fogne da rifare

Bergamo - Pareti colorate, terrazze in ordine, aiuole verdi e ben tenute. Viste da un passante che ci transita velocemente di fianco, i palazzi ALER di via Rovelli, potrebbero sembrare dei normalissimi condomini. Anzi, potrebbero pure dare l’idea di essere gli stabili più belli della Bergamasca. Ma si sa, c’è sempre qualcosa dietro, l’apparenza può ingannare. Infatti, le lamentele che gli abitanti dei palazzi ALER ci hanno fatto pervenire, sono facilmente constatabili. L’inquilino che ci farà da guida non perde tempo, e subito ci espone il primo inghippo: «In questo posto noi portiamo ogni settimana l’immondizia». Sta parlando di un piccolo recinto all’esterno del giardino, accessibile a tutti. «Chiunque può venire qua e buttarci quel che vuole, in poche parole questa può essere definita una discarica a cielo aperto. Spesso però ci arrivano multe da pagare perchè i netturbini trovano di tutto: reti, materassi, comodini e armadi». Passiamo poi a visitare l’area che dovrebbe essere riservata ai bambini: «Quando c’è la bella stagione questo posto è sempre occupato da gente che si siede sulle panchine per passare la serata, come se fosse un parco pubblico. E’ vero che l’ALER dice che questo posto non è privato, potremmo anche essere d’accordo, ma se fosse così ci spieghino perchè paghiamo noi tutte le spese per il mantenimento dell’area. Il solo taglio dell’erba - che tra l’altro viene fatto abbastanza male - ci costa circa 10mila euro l’anno, per non parlare poi delle spese che dobbiamo affrontare quando viene rotto un cestino, un lampione o una panchina». Ma i veri problemi si possono incontrare nel locale dei box: piove piuttosto intensamente e già scendendo le scale non si può fare a meno di sentire un forte odore di muffa, provocato dalle abbondanti infiltrazioni di acqua che è stata assorbita dai muri. Le scale sono bagnate e camminando bisogna prestare molta attenzione perchè si scivola facilmente. Dal tetto piovono gocce di acqua quasi fossimo all’aperto. Arriviamo nei garage: a terra si vedono chiaramente numerose pozze d’acqua e sul soffitto - manco fossimo in una grotta - ci sono addirittura delle stalattiti formate dalla condensa di acqua. Subito possiamo notare dei garage neri, bruciati: «Un anno fa - ci spiega l’inquilino -, vicino a questi box, due auto hanno preso fuoco. Abbiamo chiesto all’ALER di sistemarli ma loro hanno risposto che non era di loro competenza». Guardando a terra si possono vedere altre pozze d’acqua che escono dai garage: «Qua, ogni volta che piove molto, si allaga tutto. Molti di noi non portano giù le auto quando vedono che il tempo è molto brutto perchè poi è impossibile recuperarle. E calcolando quanto si spende per affittare un box, credo che le nostre lamentele siano lecite».

Luca Bassi

Tromba d'aria, ecco i soldi - Poco più di un milione di euro dalla Regione. I sindaci: "troppo pochi"

Bergamo - Un milione e 400 mila euro di contributo regionale per i danni della tromba d’aria del 30 e 31 agosto 2007. Questa la cifra che la Giunta Regionale ha elargito ai comuni bergamaschi per i danni provocati dall’evento calamitoso. Soldi che sono arrivati nelle casse delle amministrazioni comunali in due tranche diverse: la prima parte, 800 mila, a settembre 2007 e ora la seconda, di 600 mila. Era stato un brutto nubrifagio di fine estate a provocare migliaia di euro di danni a molti comuni della Bergamasca. Nubifragio accompagnato da una tremenda tromba d’aria che aveva distrutto stabili pubblici e privati di ogni genere, tanto che la Provincia di Bergamo aveva chiesto lo stato di calamità naturale per le zone maggiormente colpite. Nelle valli erano state numerose le frane che ovviamente avevano creato tantissimi disagi a residenti e lavoratori. Nella giornata di ieri, a distanza di circa sette mesi, sono arrivati i tanti sospirati rimborsi che moltissimi comuni aspettavano da tempo. Soldi che potranno così arrivare agli sfortunati bergamaschi che hanno subito la devastazione del nubifragio. Dei 5 milioni di euro stanziati dalla Regione dalla Giunta regionale, su proposta dell'assessore alla Protezione Civile, Prevenzione e Polizia Locale, Massimo Ponzoni, a favore degli enti locali colpiti da calamità naturali nel corso del 2007, i paesi della provincia di Bergamo hanno ricevuto la somma complessiva di 610.126 euro. Nella cifra rientrano tutte le spese sostenute dalle varie amministrazioni comunali per interventi di secondo ordine. Tra i comuni beneficiari della somma ci sono: Bonate Sotto, Bottanuco, Capriate, Chignolo, Dalmine, Filago, Madone e Osio Sopra, colpiti dalla tromba d’aria che ha colpito i comuni gli scorsi 30 e 31 agosto. Di questi il record di rimborso spetta a Bonate Sotto, Capriate e Filago che hanno avuto il piacere di ricevere ben 105 mila euro. Questi comuni avevano già ricevuto la somma di 800 mila euro nel settembre del 2007. Una cifra elargita dalla Regione per fronteggiare gli interventi di prima necessità. Oltre ai 600 mila euro complessivi di contributo per la tromba d’aria, la Giunta ha stanziato anche 216 mila euro (100% delle spese) per gli interventi di prima emergenza per altri interventi di natura calamitosa avvenuti sempre nel 2007. I comuni rimborsati della totalità delle spese sostenute sono: Averara, Brembilla, Cene, Parre, Castel Rozzone, Casnigo, Piazza Brembana, Piazzatorre, Colzate, Oneta, Dossena e Gorno (che con i suoi 84 mila euro è il comune che ha ricevuto più soldi). Infine, sono arrivati anche 500 mila euro nelle casse di Villa d’Ogna, Piazzatorre, Piazza Brembana, Olmo al Brembo, Casnigo, Castel Rozzone e Oltressenda Alta per i danni relativi alle frane e alle alluvioni che si sono verificate l’anno scorso.

Luca Bassi

Madonna Ghiaie, esce il film - Lungometraggio presentato ieri. Nelle sale a maggio

Bergamo - I miracoli della Madonna delle Ghiaie presto saranno sul grande schermo. Alla Casa del Cinema di Roma, nella giornata di ieri, è stata presentata la pellicola sulle apparizioni di Maria Vergine ad Adelaide, nel 1944. Il film di carattere storico-religioso, finanziato dalla Fondazione Sainte Croix onlus e prodotto dalla Fiori di Sambuco, è stato girato in tre mesi con un cast di cinquanta attori non professionisti, tra cui la giovanissima Federica Bruno che interpreta la piccola Adelaide Roncalli e avrà come titolo «Ghiaie». Il lungometraggio ripercorre per filo e per segno la vera storia delle apparizioni ed è stato scritto e diretto da un missionario e membro di Sainte Croix, che non vuole apparire e che non è stato neppure presente alla cerimonia di ieri. Nessuno è a conoscenza infatti del vero nome del regista che, per media e giornalisti interessati alla vicenda, si è fatto conoscere come QvQ, pseudonimo di F.C. L’obiettivo del produttore è far arrivare la pellicola nelle sale cinematografiche per maggio, mese da tutti riconosciuto come mariano, con una grande distribuzione. «Questo è un film che farà molto parlare - racconta Fabio Corsaro, fondatore e produttore del progetto (solo un caso le stesse iniziali del regista) -. Nei tredici messaggi ricevuti dalla bambina durante le apparizioni c’erano chiari riferimenti contro l’aborto e contro il divorzio. Se la chiesa non avesse da subito rifiutato ciò che è successo alle Ghiaie di Bonate, magari le scelte del nostro paese sarebbero state diverse. Comunque - precisa Fabio Corsaro - noi non c’entriamo assolutamente niente con le recenti formazioni politiche come quella di Giuliano Ferrara».
I realizzatori, il cui scopo è la riapertura del giudizio ecclesiastico sulle apparizioni, hanno inviato un mese fa dodici minuti del film a Papa Benedetto XVI, e prima di girare la pellicola hanno informato la stessa Adelaide Roncalli. Il film ripercorre l’intero arco dei fatti: dalle apparizioni all’immediato arrivo dei centinaia di pellegrini, dalle minacce delle autorità ecclesiastiche alla decisione di trasferire la piccola veggente, da don Cortesi fino ad arrivare alla pronuncia negativa della curia bergamasca sui fatti. Ma secondo Fabio Corsaro «le apparizioni di Ghiaie alla piccola Adelaide, siamo sicuri che alla fine saranno riconosciute come le più importanti del XX secolo. Infatti, alla piccola, non è apparsa la sola Vergine Madre ma bensì l’intera Sacra Famiglia, e già all’epoca suscitò grandissimo scalpore nonostante il parere negativo della Curia di Bergamo che tentò in tutti i modi di screditare la vicenda».
Da segnalare, poi, che parte dell’incasso sarà destinato ad opere di bene ispirate ai messaggi della Madonna delle Ghiaie, protettrice della famiglia e dell’infanzia.

Luca Bassi

Via Quarenghi degrado infinito - Lo spaccio di giorno davanti al nuovo ufficio dei vigili. Lavori in ritardo

Bergamo - Che via Quarenghi fosse una via "poco italiana" a Bergamo lo sapevano tutti. Basta incamminarsi per la strada per capire il perché la gente bergamasca abbia questa opinione della via: negozi orientali e arabi da una parte e dall’altra ed extracomunitari che dominano la strada. Inoltre, i lavori in corso per la "messa a nuovo" della strada, da quasi un anno rendono praticamente impossibile il traffico nella zona. Anche se questo problema passa giustamente in secondo piano. Infatti abbiamo avuto modo di vedere con i nostri occhi due episodi di spaccio nel giro di pochi minuti. Episodi che ogni giorno sono sotto gli occhi della gente per bene, che in via Quarenghi ci abita o ci lavora. Il nostro obiettivo resta comunque quello di scoprire il più possibile sul problema dei lavori. Scattiamo qualche fotografia e un passante si avvicina, chiedendoci cosa stiamo facendo.Gli rispondiamo spiegandogli il nostro lavoro e lui subito ci ammonisce: «State attenti a fare le foto in questa zona, qua la gente sta "lavorando"».

Arriva un’auto che si ferma sul ciglio della strada. «Guardi, da questa macchina scenderà un ragazzo che andrà a prendersi la sua roba». Infatti subito arriva la conferma: il ragazzo attraversa la strada e si reca nel luogo dove prenderà quello che cercava. Della droga. Poi torna sulla sua vettura e riprende la sua corsa. Come faceva lei a sapere? «Non sono l’unico che sa. Qua tutti i giorni la gente vede queste situazioni ma nessuno fa niente». Da qualche settimana è stato aperto il presidio della Polizia Locale. «Si è vero. Ma le posso assicurare che non serve proprio a niente. Infatti restano di guardia solo due vigili. Mi spieghi cosa potrebbe fare una coppia di vigili contro tutta questa gente. Credo che sia inutile lamentarsi dei lavori in corso, li stanno facendo solo per riqualificare la via. Qua il vero problema è che non hanno capito che per rendere la via più vivibile non serve solo mettere a nuovo la pavimentazione stradale e rifare i marciapiedi, bisogna cercar di fermare tutto quello che succede ogni giorno e che anche lei ha potuto benissimo vedere poco fa. Questa gente si accoltella e spaccia anche alla luce del sole, senza porsi il minimo problema». Sono passati pochi minuti. Passano due ragazzi che si guardano in giro in maniera a dir poco sospetta. Uno dei due si avvicina ad un extracomunitario e gli passa qualcosa, ricevendo in cambio del denaro. Siamo a pochi metri dal presidio della Polizia locale.

Luca Bassi

A Calcio scritte pro-Deidda - Dopo le condanne c'è chi sostiene il maresciallo e chi lo critica

Calcio - Otto condanne, tre patteggiamenti, due proscioglimenti e altri otto rinvii a giudizio. Alla severa sentenza, emessa nella mattinata di giovedì dal giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Bergamo, Bianca Maria Bianchi, Calcio reagisce con pareri contrastanti. Una parte degli abitanti del comune della Bassa difende e giustifica il comportamento dei carabinieri in questione, mentre un altro segmento del paese attacca duramente gli accusati, definendo giusto il provvedimento che il giudice Bianca Maria Bianchi ha loro inflitto. La signora Maria, di 72 anni, giustifica i carabinieri di Calcio: «Diciamo che hanno cercato di fare una giustizia nuova, che in Italia manca. Forse si può dire che hanno esagerato un po’, ma sinceramente credo che le condanne siano eccessive. A mio parere anche in altri paesi certe cose succedano, magari non proprio così. Comunque - continua la signora - il nostro paese, con il maresciallo Deidda, era molto sicuro e io mi sono sempre sentita tranquilla». Del suo parere è anche Fabrizio, di 66 anni: «Calcio è sempre stato uno dei paesi più tranquilli e sicuri. Di extracomunitari spacciatori ce ne sono sempre stati tantissimi, ma Deidda, con i suoi uomini, li ha sempre tenuti sotto controllo. Infatti, di casi eclatanti nel nostro paese non ce ne sono mai stati. Le condanne sono ingiuste». Anche Luciano, di 45 anni, crede che la sentenza sia ingiusta: «Di colpe i nostri carabinieri ne hanno, e anche tante. Ma forse il giudice ha esagerato un po’ perchè alla fine, quelli picchiati, si meritavano le botte. Purtroppo, oltre ai pestaggi, Deidda e compagni si sono resi protagonisti di furti, cosa che ha aggravato la loro posizione. Forse, senza quelle sottrazioni, la pena sarebbe stata diversa, più leggera». Ma ci sono anche persone che attaccano senza misura la «banda della Panda nera». Mohamed è un marocchino di 29 anni, che senza mezze misure attacca i carabinieri coinvolti nella vicenda. «Sono stati degli schifosi. Spero per loro che non si facciano più vedere in giro nel nostro paese, anche dopo che avranno scontato le condanne. Ovviamente - continua Mohamed - le pene inflitte sono più che giuste». Anche Mario, di 33 anni, attacca i carabinieri di Calcio: «Quello che hanno fatto ha infangato il nome del nostro paese. Certi metodi si usano solo nei paesi non civilizzati e, a giudicare dagli onesti cittadini, Calcio non mi sembra tale. Sinceramente speravo in una pena anche più dura per queste persone irresponsabili. Forse loro si sentivano la coscienza a posto per fare giustizia in questo modo». Mirko, di 19 anni, la pensa come il concittadino Mario: «Spero che provino vergogna per quello che hanno fatto, non solo alle persone pestate, ma anche a noi onesti abitanti di Calcio. Il nostro paese comunque non è razzista e le scritte sui muri pro-Deidda sono state fatte da una netta minoranza. Infatti sono pochissime le persone che conosco che sulla vicenda si sono espressi a favore dei carabinieri».
Luca Bassi

Sipario sul nuovo tribunale - Anche il vescovo Amadei e il Ministro Scotti ieri al taglio del nastro

Bergamo - Quella che il ministro Scotti ha definito come «la casa della giustizia di tutti i bergamaschi» è costata dodici milioni di euro. L’inaugurazione è andata in scena ieri mattina alla presenza di tutte le autorità locali. Ad illustrare cosa dovrà diventare l’edificio di via Borfuro è stato lo stesso Guardasigilli: «Questo edificio deve essere prima di tutto la casa dei cittadini, di coloro che portano alle autorità il loro desiderio di giustizia». Con queste parole, il ministro Scotti, davanti ad una nutrita folla di cittadini entusiasti, ha aperto il suo personale discorso. «Invidio, e non poco, l'avvocato Tacchini per la sua bellissima toga che indossa - ha commentato Scotti - Anche io ne ho una simile e mi sarebbe piaciuto molto vestirla per questa occasione». Poi i ringraziamenti di rito. «Un grande grazie a tutti voi che mi avete chiamato per questa manifestazione di spicco. Il sindaco Bruni, nel suo discorso, ha usato una bellissima espressione per definire questo tribunale: "casa di giustizia". Speriamo possa davvero che lon sia». Il ministro ha descritto poi l'aspetto estetico della struttura appena ultimata: «Una magnifica espressione di carattere estetico, contraddistinta da un mix di antico e di moderno. Appena l'ho vista, ho potuto provare una sensazione di gradimento e vi assicuro che, tra i tanti palazzi di giustizia che ogni giorno visito in tutta Italia, questo è uno dei più magnifici, dei più belli».



Quindi è passato agli auguri: «Auguro, a questo nuovissimo tribunale, tutto il bene possibile. Un ringraziamento va ovviamente a tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione di una delle strutture più importanti che una città deve avere. Che questo palazzo di giustizia possa rispondere alle tante speranze di rettitudine che i cittadini giustamente chiedono». Il ministro nel pomeriggio, ha poi visitato la sede temporanea (Collegio Sant'Alessandro) e la sede definitiva (Palazzo Lupi) della Scuola Superiore della Magistratura. Alla manifestazione sono intervenuti, come detto, diversi personaggi di risalto, tra cui il procuratore della repubblica Adriano Galizzi: «Oggi (ieri, ndr) deve essere una giornata di festa. Questa inaugurazione deve infatti essere un segnale di ottimismo e di soddisfazione per tutti coloro che non sempre hanno la possibilità di lavorare in condizioni ottimali, come gli avvocati». Il procuratore della repubblica ha avuto anche un ringraziamento. «Vorrei esprimere la mia grande gioia nel ringraziare il ministro della giustizia Luigi Scotti che, su mio invito, è stato disponibile nel recarsi a Bergamo per questo importantissimo avvenimento». All'inaugurazione era tra l'altro annunciata la presenza del senatore Roberto Castelli che, per motivi di lavoro, non ha potuto prendere parte alla festa. Presente invece il vescovo di Bergamo monsignor Roberto Amadei. Dopo le varie dichiarazioni degli invitati, c'è stato il rituale del taglio del nastro all'entrata del tribunale, fatto proprio dal ministro della giustizia Luigi Scotti. Infine, come da consuetudine, è stato offerto ai presenti un ricco buffet dalla Provincia di Bergamo, che ha fatto gli onori di casa.

Luca Bassi


L'autista. Siro Spolti: "Ci hanno aggredito. Il tifoso? Non l'ho proprio visto"


Torino - Dodicesima giornata d'andata: la morte di Gabriele Sandri, giovane tifoso laziale, ucciso davanti a un autogrill da un colpo di pistola sparato da un poliziotto. Quella domenica non vennero disputate Inter-Lazio, Roma-Cagliari e Atalanta-Milan. Dodicesima giornata di ritorno: muore un tifoso ventisettenne del Parma, Matteo Bagnaresi, travolto in un'area di servizio da un pulmino di tifosi juventini. Juve-Parma viene rinviata.

LA TESTIMONIANZA
- Una bottiglia contro i vetri, poi le urla: «Via, parti, vai!». C’era ancora la porta anteriore del pullman aperta, quando è successo. Cocci in frantumi vicino al posto di guida. L’autista Siro Spolti, 41 anni, titolare dell’omonima ditta di Autotrasporti con sede a Bergamo, è un tipo preciso, meticoloso. Mette a verbale una ricostruzione lucidissima: «Siamo arrivati all’autogrill Crocetta alle 12,35. Abbiamo posteggiato vicino al bar. Alcune ragazze sono andate in bagno, altri tifosi sono scesi a fumare. Il pullman è da 50 posti, ma quelli del Juventus club di Crema erano in 23. Il viaggio era filato via liscio senza problemi, visibilità buona. Eravamo tranquilli. Ma io ho tenuto il motore acceso perché si trattava di una sosta di pochi minuti».

Ed ecco come si sovrappone il racconto di un tifoso juventino: «Eravamo in pace. C’erano due pullman di tifosi del Parma. Stavamo chiacchierando sulla visibilità dello stadio di Torino. Volevano notizie. Io, sinceramente, volevo scroccare un panino». Poi è successo qualcosa. Questa è la versione dei tifosi della Juventus: «Sono arrivati due pullman. Sono scesi 200 Boys del Parma. Non hanno detto neppure una parola, sono passati subito all’azione. Si sono alzati le sciarpe sulla bocca, avevano berretti e mazze, bottiglie e cinghie alla mano. Erano duecento contro venti. Bel coraggio». E qui che l’autista Siro Spolti sente le urla: «Sono salito subito al posto di guida. Avevo il terrore che mi spaccassero il parabrezza. Ho sentito nitidamente un rumore fragoroso, come qualcosa che si spacca. Ho visto alcuni tifosi bianconeri correre e salire a bordo. Ho sentito le urla: «Parti, vai!». Ho messo la prima e sono andato». In quell’attimo è morto Matteo Bagnaresi. Di tutti i tifosi coinvolti nell’aggressione, lui è quello che si è spinto più in là, l’unico ad aggirare il pullman con il motore acceso, fino ad avvicinarsi alla portiera dell’autista. Forse per cercare di bloccarlo. «Ma io non l’ho visto - ripete Siro Spolti - era in un angolo cieco. Lui era sulla sinistra, mentre tutto stava succedendo sulla destra, verso la porta aperta». I tifosi della Juve salivano di corsa sul pullman - secondo il loro racconto - inseguiti ed accerchiati. Lo scatto del motore ha travolto l’ultrà del Parma. «Lo abbiamo sentito nitidamente - racconta sempre il tifoso della Juve - è stato come passare su un dosso. Certo che ci siamo accorti che era finito lì sotto. Ma non ci siamo fermati perché altrimenti finiva malissimo. Ci avrebbero ammazzati». L’autista Siro Spolti blocca il suo pullman circa un chilometro oltre l’autogrill, sotto un piccolo cavalcavia. Qui c´è un particolare che sembrerebbe accreditare la versione juventina. Chi era andato in bagno, tre ragazze e due ragazzi, non ha fatto in tempo a salire sul pullman. Di tutto questo, mazze, cinghie, urla, corse, di quella che sembra un´aggressione a freddo, i tifosi del Parma non confermano nulla.
Luca Bassi