sabato 29 marzo 2008

Aperta la tomba a San Giovanni Rotondo. Il vescovo: "Il mento è perfetto"

San Giovanni Rotondo - In gran segreto, nella notte di domenica, è stato riesumato il corpo di Padre Pio. Nel lontano 26 settembre del 1968, intorno alle dieci di sera, fu sigillata la tomba di marmo nero sulla quale, negli ultimi quarant’anni, centinaia di migliaia di fedeli hanno pregato. La lunga e laboriosa procedura è iniziata, nel più stretto riserbo, nella tarda serata di domenica. I presenti, costretti a conservare il segreto sotto giuramento, sono usciti dalla sala dopo la mezzanotte. Per ora, i resti del santo del Gargano, sono sistemati in una saletta attigua alla cripta in attesa di essere "trattati" per permetterne la conservazione. I moltissimi fedeli però, per vedere i resti del loro amato Padre Pio, dovranno attendere il prossimo 24 aprile, quando il cardinale Josè Saraiva Martins, Prefetto delle cause dei santi, benedirà l’urna contenente le sue spoglie.
Tutto è cominciato poco dopo le 22, dopo che all’esterno del convento si era conclusa una fiaccolata in sostegno dell’arcivescovo di Manfredonia Domenico D’Ambrosio, che giovedì prossimo sarà trascinato in tribunale dall’associazione "Pro Padre Pio" che si oppone alla riesumazione e vuole ottenere un provvedimento d’urgenza per fermarla. Provvedimento ormai inutile, visto che la riesumazione è avvenuta. In presenza dello stesso arcivescovo, di fra’ Francesco Colacelli, presidente della commissione incaricata dell’esumazione, delle autorità cappuccine e degli otto pronipoti di Padre Pio, le spoglie del frate con le stimmate venerato da milioni di persone in tutto il mondo sono state riportate alla luce. Non era mai stato fatto, neanche in occasione della beatificazione (1999) e della canonizzazione (2002). Viene fatto ora per la prima volta, a quarant’anni dalla morte e a novanta dalla comparsa delle stimmate. Prima dell’esumazione, si è tenuta una veglia di preghiera, un atto liturgico, guidato dallo stesso arcivescovo D’Ambrosio. Poi è stato aperto il sepolcro (non è vero che l’operazione fosse già stata eseguita in precedenza). È stata estratta e aperta la bara, il cui coperchio di acciaio porta in alto un Crocifisso di acciaio e bronzo, e in basso una scritta, sempre in acciaio e bronzo, con la dicitura «Francesco Forgione – nato a Pietrelcina 25-5-1887 – morto a San Giovanni Rotondo 23-9-1968». Come sempre, anche in questo caso, quando c’è di mezzo Padre Pio si grida al miracolo. «Incredibilmente la salma è ancora conservata bene», ha detto il vescovo di San Giovanni Rotondo-Manfredonia-Vieste, monsignor Domenico D'Ambrosio. «Sin dall'inizio - ha riferito - si vedeva chiaramente la barba. La parte superiore del viso è in parte scheletrita, il mento è perfetto, il resto del corpo è conservato bene. Si vedono benissimo le ginocchia, le mani, i mezzi guanti, le unghie. Se padre Pio mi permette, è come se fosse passato in manicure».

Luca Bassi

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