lunedì 19 maggio 2008

L'autista. Siro Spolti: "Ci hanno aggredito. Il tifoso? Non l'ho proprio visto"


Torino - Dodicesima giornata d'andata: la morte di Gabriele Sandri, giovane tifoso laziale, ucciso davanti a un autogrill da un colpo di pistola sparato da un poliziotto. Quella domenica non vennero disputate Inter-Lazio, Roma-Cagliari e Atalanta-Milan. Dodicesima giornata di ritorno: muore un tifoso ventisettenne del Parma, Matteo Bagnaresi, travolto in un'area di servizio da un pulmino di tifosi juventini. Juve-Parma viene rinviata.

LA TESTIMONIANZA
- Una bottiglia contro i vetri, poi le urla: «Via, parti, vai!». C’era ancora la porta anteriore del pullman aperta, quando è successo. Cocci in frantumi vicino al posto di guida. L’autista Siro Spolti, 41 anni, titolare dell’omonima ditta di Autotrasporti con sede a Bergamo, è un tipo preciso, meticoloso. Mette a verbale una ricostruzione lucidissima: «Siamo arrivati all’autogrill Crocetta alle 12,35. Abbiamo posteggiato vicino al bar. Alcune ragazze sono andate in bagno, altri tifosi sono scesi a fumare. Il pullman è da 50 posti, ma quelli del Juventus club di Crema erano in 23. Il viaggio era filato via liscio senza problemi, visibilità buona. Eravamo tranquilli. Ma io ho tenuto il motore acceso perché si trattava di una sosta di pochi minuti».

Ed ecco come si sovrappone il racconto di un tifoso juventino: «Eravamo in pace. C’erano due pullman di tifosi del Parma. Stavamo chiacchierando sulla visibilità dello stadio di Torino. Volevano notizie. Io, sinceramente, volevo scroccare un panino». Poi è successo qualcosa. Questa è la versione dei tifosi della Juventus: «Sono arrivati due pullman. Sono scesi 200 Boys del Parma. Non hanno detto neppure una parola, sono passati subito all’azione. Si sono alzati le sciarpe sulla bocca, avevano berretti e mazze, bottiglie e cinghie alla mano. Erano duecento contro venti. Bel coraggio». E qui che l’autista Siro Spolti sente le urla: «Sono salito subito al posto di guida. Avevo il terrore che mi spaccassero il parabrezza. Ho sentito nitidamente un rumore fragoroso, come qualcosa che si spacca. Ho visto alcuni tifosi bianconeri correre e salire a bordo. Ho sentito le urla: «Parti, vai!». Ho messo la prima e sono andato». In quell’attimo è morto Matteo Bagnaresi. Di tutti i tifosi coinvolti nell’aggressione, lui è quello che si è spinto più in là, l’unico ad aggirare il pullman con il motore acceso, fino ad avvicinarsi alla portiera dell’autista. Forse per cercare di bloccarlo. «Ma io non l’ho visto - ripete Siro Spolti - era in un angolo cieco. Lui era sulla sinistra, mentre tutto stava succedendo sulla destra, verso la porta aperta». I tifosi della Juve salivano di corsa sul pullman - secondo il loro racconto - inseguiti ed accerchiati. Lo scatto del motore ha travolto l’ultrà del Parma. «Lo abbiamo sentito nitidamente - racconta sempre il tifoso della Juve - è stato come passare su un dosso. Certo che ci siamo accorti che era finito lì sotto. Ma non ci siamo fermati perché altrimenti finiva malissimo. Ci avrebbero ammazzati». L’autista Siro Spolti blocca il suo pullman circa un chilometro oltre l’autogrill, sotto un piccolo cavalcavia. Qui c´è un particolare che sembrerebbe accreditare la versione juventina. Chi era andato in bagno, tre ragazze e due ragazzi, non ha fatto in tempo a salire sul pullman. Di tutto questo, mazze, cinghie, urla, corse, di quella che sembra un´aggressione a freddo, i tifosi del Parma non confermano nulla.
Luca Bassi

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