Luca Bassi
lunedì 19 maggio 2008
A Calcio scritte pro-Deidda - Dopo le condanne c'è chi sostiene il maresciallo e chi lo critica
Calcio - Otto condanne, tre patteggiamenti, due proscioglimenti e altri otto rinvii a giudizio. Alla severa sentenza, emessa nella mattinata di giovedì dal giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Bergamo, Bianca Maria Bianchi, Calcio reagisce con pareri contrastanti. Una parte degli abitanti del comune della Bassa difende e giustifica il comportamento dei carabinieri in questione, mentre un altro segmento del paese attacca duramente gli accusati, definendo giusto il provvedimento che il giudice Bianca Maria Bianchi ha loro inflitto. La signora Maria, di 72 anni, giustifica i carabinieri di Calcio: «Diciamo che hanno cercato di fare una giustizia nuova, che in Italia manca. Forse si può dire che hanno esagerato un po’, ma sinceramente credo che le condanne siano eccessive. A mio parere anche in altri paesi certe cose succedano, magari non proprio così. Comunque - continua la signora - il nostro paese, con il maresciallo Deidda, era molto sicuro e io mi sono sempre sentita tranquilla». Del suo parere è anche Fabrizio, di 66 anni: «Calcio è sempre stato uno dei paesi più tranquilli e sicuri. Di extracomunitari spacciatori ce ne sono sempre stati tantissimi, ma Deidda, con i suoi uomini, li ha sempre tenuti sotto controllo. Infatti, di casi eclatanti nel nostro paese non ce ne sono mai stati. Le condanne sono ingiuste». Anche Luciano, di 45 anni, crede che la sentenza sia ingiusta: «Di colpe i nostri carabinieri ne hanno, e anche tante. Ma forse il giudice ha esagerato un po’ perchè alla fine, quelli picchiati, si meritavano le botte. Purtroppo, oltre ai pestaggi, Deidda e compagni si sono resi protagonisti di furti, cosa che ha aggravato la loro posizione. Forse, senza quelle sottrazioni, la pena sarebbe stata diversa, più leggera». Ma ci sono anche persone che attaccano senza misura la «banda della Panda nera». Mohamed è un marocchino di 29 anni, che senza mezze misure attacca i carabinieri coinvolti nella vicenda. «Sono stati degli schifosi. Spero per loro che non si facciano più vedere in giro nel nostro paese, anche dopo che avranno scontato le condanne. Ovviamente - continua Mohamed - le pene inflitte sono più che giuste». Anche Mario, di 33 anni, attacca i carabinieri di Calcio: «Quello che hanno fatto ha infangato il nome del nostro paese. Certi metodi si usano solo nei paesi non civilizzati e, a giudicare dagli onesti cittadini, Calcio non mi sembra tale. Sinceramente speravo in una pena anche più dura per queste persone irresponsabili. Forse loro si sentivano la coscienza a posto per fare giustizia in questo modo». Mirko, di 19 anni, la pensa come il concittadino Mario: «Spero che provino vergogna per quello che hanno fatto, non solo alle persone pestate, ma anche a noi onesti abitanti di Calcio. Il nostro paese comunque non è razzista e le scritte sui muri pro-Deidda sono state fatte da una netta minoranza. Infatti sono pochissime le persone che conosco che sulla vicenda si sono espressi a favore dei carabinieri».
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