Come rivive quei tre anni in Emilia? «A Bologna sono stato accolto e trattato molto bene. Il mio arrivo in rossoblu però fu molto strano. Solo un giorno prima infatti ero stato protagonista di una prestazione poco brillante (Napoli-Bologna 1-5, ndr) ma la dirigenza bolognese credetto lo stesso in me. Fui così preso pr fare da secondo a Pagliuca che in quegli anni, nonostante l’età, stava ancora molto bene e per me, Coppa Italia esclusa, ci fu pochissima possibilità di mettermi in mostra».
Qualche rimpianto per essersene andato così giovane dalla sua Napoli? «Forse sì. Magari con un po’ di pazienza avrei potuto insistere e aspettare il mio momento, ma allora ero molto giovane e decisi di andarmene per provare a giocare con continuità. A Bologna non trovai comunque tanto spazio, ma capì che fu la scelta giusta perché il tanto lavoro che svolsi in quei tre anni mi permise di crescere molto».
Nessun rancore quindi con Bologna e con i bolognesi? «Assolutamente no. Da parte mia non c’è nessuna voglia di rivincita, anche perché i dirigenti di allora non ci sono più».
Che avversaria si aspetta Coppola per domenica? «Dovremo stare molto attenti. Loro arrivano con il morale alle stelle dopo la promozione dello scorso anno e, soprattutto, dopo la splendida vittoria di San Siro. Ma dovranno comunque stare attenti perché noi andremo a giocarci le nostre carte».
Di fronte vi troverete attaccanti dal grande passato e altri dal roseo futuro come Di Vaio e Bernacci. «Il Bologna effettivamente può disporre in attacco di un potenziale da fare invidia a molte squadre. Di Vaio ha alle spalle grandi annate in quel di Parma e Torino e adesso, in rossoblu, può trovare motivazioni importanti, Adailton è uno che può sempre far male, Marazzina invece la porta la vede con estrema felicità mentre Bernacci, che nei mesi scorsi sarebbe potuto arrivare a Bergamo, è ancora giovane e può migliorare tantissimo ma già ora può dire la sua».
La sua difesa però è partita col piede giusto. «E’ vero, contro il Siena siamo stati perfetti, e se qualcuno commetteva il minimo erroee arrivava il compagno a rimediare. Ma ogni domenica è un test diverso e importante. Dovremo essere bravi per farci sempre trovare pronti».
Da napoletano, come vive invece queste ore di condanna per il tifo violento partenopeo? «Queste sono situazioni sempre brutte da commentare. Giusto però trovare decisioni veloci, anche drastiche. Ma purtruppo, a pagare, sono anche quelle persone che allo stadio ci vanno solamente per guardare la partita».
Luca Bassi
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