venerdì 5 settembre 2008

Parco dell'Adda: pitoni e igua - Il caso. Due i problemi: gli animali pericolosi e la strage delle camere d'aria

Trezzo d’Adda - Sull’Adda come al Safari. Se poi ci andate in bicicletta l’avventura diventa doppia. Perché oltre ad evitare pitoni e boa constrictor, dovrete stare attenti a non imbattervi nei chiodi. Le stradine in riva al fiume ne sono seminate, l’opera è di un ignoto attentatore. Da un paio di settimane è ricercato, senza esito, dagli uomini del direttivo del parco.
Ma andiamo con ordine e partiamo dalle bestie esotiche. Finché erano teneri scoiattoli grigi arrivati chissà come dal Canada, nessuno si preoccupava più di tanto. L’allarme è scattato quando i volontari del Wwf hanno trovato i già citati boa constrictor, il famigerato pitone e un’iguana di un metro. Parevano Nereida Gallardo a Ibiza, tutti e quattro a prendere il sole nella spiaggetta di Trezzo, facendo bella mostra di sé e terrorizzando le vecchiette presenti. Dalla riva alle acque: l’Adda è popolato da qualche mese dal temibile pesce siluro, bestia voracissima che ha già portato all’estinzione di diverse specie autoctone. Non è finita qui, c’è anche l’emergenza legata alla nutria, roditore gigante che qualche furbone ha importato dal Sud America per liberarlo nella Bergamasca, dove ha trovato il suo habitat ideale, soppiantando i castori. Il problema sta proprio qui, gli animali esotici sono più forti dei nostri. E alterano definitivamente un ecosistema già provato da anni di inquinamento.In campo il Wwf. Che propone una task force formata da ambientalisti, cacciatori e pescatori per tutelare una biodiversità che si sta perdendo. Di chi è la colpa? Soprattutto della superficialità dei molti che comprano l’animale alla moda, per poi scoprire, dopo un paio di settimane, che tenerselo in casa è un vero casino. Il pitone, ad esempio, si pappa solo topolini vivi e dopo un rituale straziante. Immaginatevi il dolore di chi guarda, meglio liberarsi di quel mostro, partorito, lo dice la Bibbia, dalla diabolica fantasia di Satana. E allora lo portano sull’Adda. Spesso sentendosi pure bravi e buoni, per aver ridato alla belva feroce la libertà persa in Amazzonia o nell’Africa Nera. Niente di nuovo sotto il sole. Il parco faunistico delle Cornelle, nella vicina Valbrembo, è infatti da anni un rifugio per le specie peccatrici: recupera scimmie, tigri, leopardi e, appunto, un sacco di rettili. Le rimette in gabbia, gli dà da mangiare e cerca di arginare un (pericoloso) fenomeno in ascesa.Ma cambiamo parco e torniamo sull’Adda. Il chiodarolo, protagonista qualche giorno fa di un bell’articolo su Bergamonews, è tornato in azione. E in settimana ha fatto strage di camere d’aria. I ciclisti facciano attenzione: rischiano di bucare e finire in acqua. Ad attenderli, con la bocca aperta, il famoso (e affamatissimo) pesce siluro.
Luca Bassi

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