Dal Comune di Dalmine, che attende di avere maggiori informazioni sui danni procurati dal nubifragio di lunedì mattina, non arrivano dichiarazioni in merito, ma l’avvocato Fabrizio D’Adamo non ha dubbi su chi sia il colpevole: «Nel 2006 - spiega - sono stato chiamato dal signor Consonni che, in attesa di vedersi risarcito dal danno subito nell’esondazione del 2003, si è visto la taverna ben arredata di nuovo piena d’acqua». Subito il signor D’Adamo si attiva: «Parlando con il Comune ho potuto ricevere la disponibilità per risarcire i danni del mio cliente, ma dopo un periodo in cui sono letteralmente spariti, sono riuscito a ricontattarli, ricevendo però in risposta solo un invito: dovevo rivolgermi alla ditta R.I.A. di Lurano, la quale, secondo il Comune, era la responsabile dei disagi». La famiglia Consonni e l’avvocato D’Adamo pazientano ancora per qualche mese, dopodiché decidono di rivolgersi al tribunale di Bergamo: «Abbiamo presentato una domanda per la nomina di un consulente che possa verificare i danni, perchè il mio assistito ha diritto al risarcimento. Non so di chi sia la colpa - ha spiegato D’Adamo -, ma la mia personale opinione è che un Comune, che abbia o meno responsabilità, non può abbandonare così i suoi cittadini. Speriamo però che questo ennesimo episodio possa far ragionare chi di dovere, per arrivare ad una soluzione utile a tutti».
Luca Bassi
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