venerdì 5 settembre 2008

Rifondazione boicotta Bonduelle - Respinti tutti i prodotti alla Festa di Liberazione ospitata a Torre Boldone

Torre Boldone - Alla festa di Liberazione di Rifondazione Comunista, in svolgimento fino al prossimo 24 agosto a Torre Boldone, sarà più difficile trovare un barattolo targato Bonduelle che un ago in un pagliaio. Il popolo dell’estrema sinistra infatti, dopo le ultime decisioni della multinazionale di far spostare gli otto dipendenti rimasti in mobilità, hanno deciso di boicottare qualsiasi prodotto Bonduelle. E così, quando nelle cucine della tradizionale festa estiva sono arrivate le scorte di cornetti, fagioli bianchi e borlotti è scoppiata l’indignazione dei volontari, che subito hanno rispedito al mittente i prodotti, nonostante l’integrità delle confezioni tra lo stupore del fornitore: tutto indietro, qui non si consumano prodotti della multinazionale francese.Per Rifondazione, il boicottaggio alla multinazionale leader del settore ortofrutticolo è d’obbligo, dopo il blitz preferragostano dell’azienda, che con una lettera ha invitato otto lavoratori, rimasti in mobilità dopo l’incendio che lo scorso febbraio ha distrutto parte dell’azienda di San Paolo d’Argon, a trasferirsi al sito produttivo campano di Battipaglia, in provincia di Salerno: «La cosa è inaccettabile - spiega Maurizio Mazzucchetti, esponente locale di Rifondazione Comunista e rappresentante della lista civica "L’Alternativa" di San Paolo -. Come si può comunicare con così poco preavviso una notizia del genere? Per altro, molti degli interessati sono anche padri di famiglia che dovrebbero prendere una decisione di così grande importanza in pochi giorni. Noi di Rifondazione - continua Mazzucchetti - abbiamo seguito costantemente il susseguirsi dei fatti e quando abbiamo appreso l’ultima decisione della multinazionale di spostare i lavoratori a Salerno abbiamo deciso che, come gesto di solidarietà, avremmo boicottato i loro prodotti. E’ il minimo che potevamo fare». Per l’esponente di Rifondazione, dopo l’incendio che ha devastato parte dell’azienda di San Paolo d’Argon, la soluzione sarebbe stata molto semplice e avrebbe accontentato tutti: «I lavoratori che non trovavano più spazio a San Paolo dovevano semplicemente essere spostati nell’azienda di Lallio, dove per altro sarebbero stati anche più comodi, ma questa è un’ipotesi che la multinazionale non ha neanche preso in considerazione». Per Mazzucchetti il motivo è facile da spiegare: «Forse l’incendio dello scorso febbraio è diventato solo un pretesto per fare questa diminuzione del personale che volevano fare da tempo. Ma i dirigenti della Bonduelle - continua l’esponente di Rifondazione - non si sono forse accorti che vengono danneggiati lavoratori che negli ultimi anni hanno dato tutto per l’azienda, e che, se oggi è diventata la grande multinazionale che tutti conosciamo, è anche grazie al loro prezioso lavoro. Le persone coinvolte - conclude Mazzucchetti - sappiano che avranno sempre il nostro sostegno».
Luca Bassi

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