Per la maggior parte delle discussioni infatti era impossibile trovare un posto libero per decine di metri intorno al palco. Sotto quel punto di vista possiamo così dire che è stato un grande successo, per il resto magari c’è un po’ meno di soddisfazione». La Festa Democratica infatti, alla sua prima edizione, non è stata proprio fortunata: «Sapevamo che sarebbe stata dura quest’anno. In primis perché rispetto alle altre edizioni cambiavamo il nome, e si sa, la Festa dell’Unità ha sempre attirato moltissima gente. Però non potevamo fare altrimenti: il nuovo nome era fondamentale per mantenere la linea di cambiamento che avevamo promesso ai nostri elettori». Da parte del PD comunque nessuna marcia indietro: «Crediamo sempre che la nostra scelta sia stata quella migliore - ha confermato la segretaria Servidati - e continueremo per la nostra strada. Sperando magari che il nostro pubblico segua con più attenzione anche gli altri spazi e non solo quelli strettamente politici».Per il futuro quindi resta tanto ottimismo in casa PD: «Quando si fanno certe innovazioni è chiaro che serve del tempo - ha spiegato Servidati -. Il nome nuovo ci ha sicuramente penalizzati ma, ripeto, è stata una scelta dettata soprattutto dalla coerenza, e siamo sicuri che le cose andranno meglio già a partire dalla prossima estate».
Luca Bassi
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