Garics 6: per lui gara senza infamia e senza lode. Difende infatti la sua zona con profitto ma si spinge in avanti raramente, offrendo poco sostegno al compagno di fascia.
Pellegrino 6: provvidenziale il suo salvataggio in scivolata nel secondo tempo. Per lui poi non c'è stato moltissimo lavoro.
Talamonti 6,5: l'argentino, anche nella gara di sabato, è stato tra i migliori. Perfetto nelle chiusure e puntuale negli anticipi. Non a caso Paolucci, marcato alla perfezione dal Tala, ha trovato la rete decisiva grazie all'indecisione del portiere nerazzurro.
Manfredini 6: schierato all'ultimo minuto sulla sinistra per il forfait di Bellini, il biondo difensore atalantino, tra i nerazzurri più in forma, gioca una buona partita. Tanta spinta e qualche buon cross per i compagni d'attacco (43'st Marconi s.v.).
Ferreira Pinto 5,5: sulla destra non combina moltissimo. Non a caso il mister lo sostituisce (24'st De Ascentis 6: prova a dare la scossa ai suoi con un destro potente che Bizzarri mette in corner. Prezioso il contributo che da ai compagni con il suo ingresso).
Guarente 6: come sempre è tra i migliori in mezzo al campo con la sua solita grinta e i suoi piedi vellutati. Cerca anche lui la rete del pari che però non arriva.
Cigarini 6: anche per lui buona gara con tanta corsa e tanto sacrificio per aiutare i compagni in difesa. Sempre pericoloso con i suoi calci piazzati.
Padoin 6: un po' meno pimpante del solito ma pur sempre utile con le sue corse sulla sinistra (24'st Valdés 6,5: con il suo ingresso la gara dell'Atalanta cambia totalmente. Non perde neanche un pallone e serve ai compagni assist che non andrebbero sprecati. Da riproporre).
Doni 5,5: un passo indietro rispetto alle buone prestazioni che aveva offerto nelle prime due giornate di campionato. La sua scarsa vena si è sentita: la Dea ha bisogno del miglior Doni.
Floccari 5,5: si batte come un leone su ogni palla che arriva dalle sue parti, ma sotto porta è ancora lontano dalla migliore condizione. Il gol che fallisce nel finale però, potrebbe anche essere attribuito alla scarsa lucidità, comprensibile dopo 90 minuti di corsa e sacrificio.
Luca Bassi
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